Berardi vs Anderson: campioni con la dieci dal destino comune

Pubblicato il 17/10

IL FACCIA A FACCIA – Al Mapei Stadium di Reggio Emilia si gioca un match d’alta classifica. Sassuolo e Lazio respirano aria buona: 12 punti per gli emiliani, 15 per i biancocelesti, pronti al 5° confronto nella loro storia. Gara fin qui sinonimo di spettacolo, con 17 reti segnate e una media di 4,25 gol per partita. Il faccia a faccia non poteva che riguardare i due giocatori dal maggior talento: Domenico Berardi e Felipe Anderson.

IL FUTURO DELL’ITALIA – Semaforo verde contro la Lazio: Berardi sarà al suo posto in attacco dopo l’infortunio, pronto a riprendersi il Sassuolo e le luci della ribalta. A soli 21 anni, tifosi e addetti ai lavori hanno già la sensazione di avere davanti il futuro del calcio italiano, tra i migliori U23 del mondo. Personalità, giocate e fiuto del gol, tanto è bastato alla Juventus per puntarci forte, prima di cederlo definitivamente al Sassuolo, ma con una opzione per riprenderselo già dal prossimo anno. Beghe contrattuali a parte, in Emilia il classe 94′ segna e fa impazzire le difese. “Mimmo” come lo chiamano affettuosamente, diventa grande subito e a 16 anni lascia la Calabria e il Cosenza per approdare al Sassuolo. A 18 è già titolare in Serie B, a 21 ha già messo a segno 42 gol in 109 presenze, di cui 31 nel massimo campionato italiano. Attaccante esterno nel 4-3-3, seconda punta o terminale offensivo, già chiamato da Conte in nazionale, ma senza poter rispondere causa infortunio. Il posto a Euro2016 appare ora un sogno, ma tutto passa da un campionato dove Berardi sa di poter essere grande protagonista. Del resto è esploso segnando 4 gol al Milan e la maglia azzurra non è così lontana.

LA STELLA BRASILIANA – La faccia da bravo ragazzo, gli atteggiamenti da giocatore umile che vuole andare lontano. Felipe Anderson non è solo dribbling e giocate d’alta scuola, ma è molto di più. Umanamente è un tesoro da preservare per la Lazio, mentre per il calcio italiano non è più un segreto. La lunga trattativa per portarlo a Roma e i 9 milioni investiti dalla società, lo hanno da sempre responsabilizzato e dopo l’adattamento iniziale, grazie a Pioli è sbocciato definitivamente uno tra i più forti top player della Serie A. Il 10 biancoceleste è cresciuto nel Santos insieme a Neymar, prima di far innamorare grandi e piccini della capitale: nella scorsa stagione è stato la stella di una squadra bella e spumeggiante che ha raggiunto il 3° posto. Ora tutti si aspettano da lui la conferma. Le sirene estive del mercato, l’inizio sottotono, qualche critica. Il suo periodo buio è coinciso con la crisi della Lazio, poi la perla contro il Genoa e quell’arcobaleno sotto il sette: da lì la squadra è tornata, guarda caso, a giocare e vincere. Un gol che somiglia molto a quello realizzato in Sassuolo-Lazio della scorsa stagione, sigillo definitivo ad un futuro da predestinato. Un campione, però ancora troppo ad intermittenza: la Lazio ha bisogno, ora più che mai, della sua luce e della sua continuità.

IL CONFRONTO – Ad accomunare Mimmo e Pipe non è solo la posizione in campo e il ruolo. I due giovani di Sassuolo e Lazio sembrano dover compiere un percorso comune: sono le stelle e i numeri 10 delle rispettive nazionali giovanili (U21 italiana e U23 olimpica brasiliana), entrambi ad un passo della chiamata in Nazionale maggiore. Considerati in tutte le classifiche tra i migliori giovani del calcio internazionale, domenica proveranno a regalare numeri, giocate e punti pesanti. E chissà se un giorno, da avversari, si troveranno in campo nella partita delle partite. Impossibile chiudere gli occhi e non vedere, in un Italia-Brasile del futuro, le giocate di Berardi e Felipe Anderson.

Giorgio Marota
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