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Sassuolo-Lazio, vista dalla… Nord! (FOTO)

LAZIONEWS.EU – Torno a casa stanco ma felice: il popolo laziale è tornato, più unito che mai…

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“Er fatto è che de sabato la notte dormo poco…Me giro e me rigiro ..poi dicono che ’n gioco.”

Ieri mattina la canzone di Enrico Lenni mi risuonava nella mente. Così mentre Roma ancora dorme, io no. Sono già in piedi, oggi si va a Sassuolo. Dopo tanti anni la curva biancoceleste torna in trasferta, più unita di prima. Metto la sveglia all’alba, mi preparo, prendo il biglietto e via. L’appuntamento è al solito bar con gli amici, colazione tutti insieme e finalmente il viaggio ha inizio.

Come sempre in macchina si parla soprattutto di calcio e di Lazio: “Certo oggi sarà dura senza gli infortunati, soprattutto senza Biglia” oppure “Oggi abbiamo un’occasione d’oro, bisogna vincere”.  La prima e l’unica tappa prevista è quella a Badia al pino, per andare a salutare nostro fratello, Gabriele Sandri. Lì incontriamo altri tifosi come noi, che, con grande commozione e rabbia, si sono ritrovati per ricordare Gabbo.

SASSUOLO LAZIO GABRIELE SANDRI SASSUOLO LAZIO

A Reggio Emilia arrivo in orario, tempo di mangiare e alle 13.30 sono fuori il Mapei Stadium. I laziali sono tanti, la fila fuori ai cancelli comincia a diventare lunga, soprattutto a causa dei lunghi e rigidi controlli da parte degli steward. I supporters venuti dalla capitale cominciano ad innervosirsi, anche perché da qualche minuto ha cominciato a piovere: “Aprite le porte che passano i biancoblù” è il coro più gettonato e dopo qualche attimo di attesa, dopo aver superato tre controlli, arrivo nel settore ospiti.

181015 sassuolo lazio fila tifosi

Lo stadio emiliano è molto bello, stile inglese, i giocatori sono vicinissimi e riesco anche sentire cosa si dicono. L’atmosfera all’interno della gradinata è fantastica, è bello vedere tutta la tifoseria di nuovo riunita. Purtroppo all’Olimpico questo non accade, perchè la Curva Nord (così come la Sud) è stata divisa. Proprio per questo nei primi minuti mi arriva la comunicazione che sarà fatta una piccola protesta. Così ci separiamo in due blocchi e esponiamo uno striscione che recita: “Come ci volete” (in relazione ai provvedimenti voluti dal Prefetto). Dopo cinque minuti di silenzio, ecco che comincia anche la mia e la nostra partita. Ci rimettiamo ai posti di prima, uniti e compatti, mostrando un altro striscione,  che stavolta dice: “Come resteremo”, accompagnato da un grido unanime: “Questa curva non si divide”.

Ora però pensiamo alla partita, siamo già sotto. Molti tifosi cominciano a pensare:“C’era il rigore? Secondo me no”,Ecco come al solito cominciamo bene la gara”, “Un difensore non si può girare, ma chi era Lulic?”. Quando cantiamo tutti insieme tremano le mura dello stadio e i tifosi del Sassuolo ci guardano quasi estasiati per la potenza con cui tifiamo. La prestazione della squadra, al contrario della nostra, non è buona e si va all’intervallo sotto di un gol.

Pioli prova a dare una scossa, fuori Onazi e dentro Keita. “Finalmente” aggiungono dalla curva. La situazione però non cambia, anzi, subiamo il secondo gol. Noi, però, la nostra partita la stiamo vincendo. In tutta Reggio Emilia ci sentiamo solo noi che incitiamo la nostra squadra, la nostra fede. In quest’occasione, inoltre, ci viene proposto un nuovo coro, sulle note della famosa canzone di Max Pezzali:Nessun rimpianto, nessun rimorso. Se penso a quanta strada ho fatto per te, per te che sei la mia vita, mi porti alla diffida, in ogni stadio in ogni posto io sarò accanto a te.” In settimana, inoltre, J-Ax ha fatto una battuta che non ha reso felice il popolo laziale, che prontamente risponde esponendo la scritta “J-Ax lurido tossico”, non accompagnata da nessun coro.

All’improvviso Felipe Anderson segna e comincio a crederci. Non sono l’unico, perché vedo negli occhi di chi mi sta accanto la stessa mia voglia di recuperare la partita. “Mettici a noi in campo mister” viene urlato al tecnico biancoceleste. Il risultato, però, non cambia e la partita finisce con una sconfitta, ma noi intoniamo comunque il nostro inno “So già due ore…”, perché dentro di noi non ci sentiamo sconfitti. Da segnalare anche il bel gesto dei tifosi del Sassuolo, che al termine della gara ricordano anche loro il nostro amico Gabbo: “Gabriele uno di noi!” e “Giustizia per Gabriele”

Sono molto rammaricato e deluso, anche perché a fine match nessun giocatore della Lazio è venuto sotto di noi a salutarci e ringraziarci. Ma va bene così, perché la cosa importante è stata quella di esserci, di dimostrare a tutti che la Curva Nord non si divide. Torno a casa di notte, molto stanco per un viaggio lungo, ma felice, perché vado a dormire con la consapevolezza che il popolo laziale è tornato, più unito che mai.

Riccardo Caponetti
TWITTER @Riccardocapo95

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