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Umiltà e lavoro, Pioli fa 50: una vita nel calcio e il colpo di fulmine con la Lazio
NEWS DEL GIORNO – Con il Rosenborg l’occasione per festeggiare il compleanno…
Pubblicato il 20/10 alle ore 18.52
NEWS DEL GIORNO – Mezzo secolo con il pallone tra i piedi: mister Stefano Pioli spegne quest’oggi 50 candeline e festeggia l’importante traguardo raggiunto sul campo, lì dove ha trascorso gran parte della sua vita professionale. In mattinata visito al ‘Gerini’, suggestiva ed elegante location ai piedi dell’antico acquedotto romano, per la foto di squadra con la Lazio al completo, poi al lavoro in quel di Formello per continuare a preparare la sfida di giovedì al Rosenborg e il tour de force che vede impegnati i biancocelesti da qui al derby dell’8 novembre. In poco più di un anno il mister è riuscito ad entrare nel cuore dei laziali, grazie soprattutto all’entusiasmante cavalcata che la scorsa stagione ha portato la sua squadra ai preliminari di Champions, e allo stesso tempo ha cucito a doppio filo la lazialità al suo animo, tanto da affermare: “Siamo una squadra speciale. Non abbiamo tifosi, ma un popolo!”. Una storia d’amore e determinazione sbocciata in fretta, che ha vissuto anche qualche momento difficile, dal quale il tecnico è riuscito a tirarsi fuori grazie a due delle caratteristiche che gli sono più care: umiltà e lavoro.
UNA VITA NEL PALLONE – Prima di diventare allenatore Pioli ha calcato i palcoscenici del calcio che conta giocando per grandi squadre, tra cui Juventus e Fiorentina. La sua carriera ha avuto inizio nel Parma in Serie C1, poi dopo solo due stagione la chiamata dei bianconeri: con il club di Torino alza al cielo uno scudetto, una Coppa dei Campioni e una Coppa Intercontinentale. Dopo tre anni si trasferì al Verona, quindi alla Fiorentina, dove ha giocato per sei stagioni. Poi Padova e Pistoiese, per un totale di 202 presenze nella massima serie più 34 gara in Serie B. Dopo aver appeso gli scarpini al chiodo si è subito seduto in panchina: le prime esperienze con le giovanili di Bologna e Chievo, mentre la prima occasione tra i grandi è arrivata grazie alla Salernitana, guidata nella serie cadetta. La prima compagine di Serie A a dargli una chance è proprio il “suo” Parma nel 2006, ma la prima avventura terminò con l’esonero a febbraio. Quindi altri tre anni di B, fino all’approdo al Chievo, grazie al quale i riflettori hanno cominciato ad accendersi su di lui. Prima di brillare nel Bologna il passaggio per Palermo, dove però venne esonerato prima dell’inizio del campionato. Con i felsinei è rimasto tre anni: una squadra solida ed equilibrata, ma che nel 2014 non gli ha consentito di evitare l’esonero a causa del momentaneo ultimo posto in classifica. Dopo pochi mesi, e 432 panchine più tardi, la grande occasione: il cellulare squilla, all’altro capo c’è la Lazio, impossibile rifiutare un’avventura nella capitale.
L’AVVENTURA BIANCOCELESTE – “Non sono venuto alla Lazio alla ricerca del contratto della vita, bensì per lavorare e per avere la possibilità, insieme alla società e alla squadra, di fare una stagione importante”. Così Pioli si è presentato ai tifosi biancocelesti: per iniziare, un solo anno di contratto, una scommessa per la Lazio e per sé stesso. Dopo un inizio di stagione difficile il tecnico emiliano è entrato nel cuore dei laziali, riuscendo nell’impresa di riempire a più riprese l’Olimpico, negli ultimi anni spesso alle prese con proteste e contestazioni verso la dirigenza. L’annata non poteva avere epilogo migliore: trionfo a Napoli e terzo posto biancoceleste, dopo un lungo testa a testa con la Roma per la seconda piazza del campionato. 45 partite: 26 vittorie, 7 pareggi e 12 sconfitte; questo il bottino raccolto la scorsa stagione, con l’obiettivo Europa centrato alla grande e una finale di Coppa Italia sfuggita solo ai tempi supplementari che gli sono valsi il rinnovo del contratto per altre due stagioni fino al 2017. Come la scorsa, la stagione in corso non è iniziata nel migliore dei modi, tra batoste in trasferta e mille infortuni, ma la Lazio ha rialzato la testa e dopo 8 giornate si trova a tre punti dalla vetta, con la speranza di bissare quanto ottenuto al San Paolo pochi mesi fa. La settimana del suo cinquantesimo compleanno ha avuto inizio con la sconfitta contro il Sassuolo, ma il mister e i laziali tutti si augurano di poter brindare al più presto alle sue cinquanta candeline: “Vogliamo dare soddisfazioni a questo popolo”, ha ammesso il mister.. Giovedì c’è il Rosenborg, poi il Torino: lo spumante è in fresco, bisogna solo vincere per dare il via alla festa, con gli addobbi rigorosamente bianco e celesti.
Gian Marco Torre
@torre_gm
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