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GAZZETTA DELLO SPORT. «Mai nessuno al posto di Mirko»
Il dolore di parenti e compagni: Fersini, la Lazio e quell’ammonizione per giocare il derby
GAZZETTA DELLO SPORT. «Mai nessuno al posto di Mirko»
Il dolore di parenti e compagni: Fersini, la Lazio e quell’ammonizione per giocare il derby
Nessuno vuole andarsene. È sera, nel reparto di rianimazione dell’Ospedale San Camillo: ci sono ancora un centinaio di persone tra parenti, amici, compagni di scuola e di squadra, nonostante anche l’ultima speranza sia ormai svanita. Mirko non c’è più. La famiglia della Lazio è tutta lì, mentre scendono le lacrime e qualcuno già ricorda le corse su quella fascia destra che da oggi sarà un po’ più vuota.
Simone Inzaghi è appoggiato al muro del cortile, subito fuori dal corridoio. Dopo il trionfo dello scorso anno con gli Allievi Fascia B, la sua prima stagione sulla panchina dei Nazionali stava andando troppo bene: Lazio prima con nove punti di vantaggio e un gruppo splendido che, lo sanno tutti, sarà ancora più unito dopo questa tragedia. La maglia di Mirko verrà appesa nello spogliatoio prima di ogni partita, nessuno giocherà più con il numero 2, anche a costo di ricevere multe per aver infranto un regolamento che non si piega neanche di fronte alla morte. Tutti firmano una maglia su cui si è fatto stampare il nome di «Ferso»: la doneranno alla famiglia, ma la mostrano anche a Mirko nel momento in cui — accertato il decesso — i ragazzi si mettono in fila indiana ed entrano nel reparto per salutarlo ancora una volta. All’uscita, sguardi persi: i compagni sono disperati, più di tutti Lorenzo Silvagni, che gioca sulla stessa fascia di Mirko. «Nessuno prenderà il suo posto, nemmeno sul pullman».
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