CONFERENZE STAMPA
Lo scherzetto di Reja: “Pioli voleva vincerla, è l’atteggiamento giusto”
INTERVISTE POSTGARA – L’ex tecnico biancoceleste: “Atalanta brava e fortunata…”
Pubblicato il 29/10 alle 00.06
INTERVISTE POSTGARA – E’ vero che Halloween è vicino, ma Edy Reja ci ha preso gusto a fare dolcetto o scherzetto con la Lazio. Già nella scorsa stagione aveva fatto lo sgambetto alla sua ex, a intralciare il cammino verso l’Europa League con un pareggio a cinque giornate dal termine del campionato. Stavolta la fa grossa, due schiaffi sotto la pioggia e la sua Atalanta compie la rimonta:
REJA A RAI DUE
“Nel primo tempo ha giocato meglio la Lazio, andando meritatamente in vantaggio. Nella ripresa un’Atalanta dal grande cuore si è riversata in avanti. Abbiamo messo Maxi Moralez e Pinilla in avanti e qualche problema lo abbiamo creato: abbiamo pareggiato e nel finale abbiamo siglato il gol che è valso i tre punti. Abbiamo cercato la vittoria fino in fondo e c’è grande soddisfazione”. Un’Atalanta più offensiva anche in futuro? “Si, con Maxi Moralez che gioca dietro le linee ci può stare. Dipende dall’avversario”.
REJA IN CONFERENZA STAMPA
“La classifica adesso conta relativamente – ha esordito il tecnico friulano – abbiamo iniziato in maniera straordinaria ma calma ragazzi, siamo solo a inizio campionato”. Reja non vuole fare voli pindarici: “Dobbiamo pensare solo a rimanere nella parte sinistra della classifica. Per vincere contro la Lazio serve anche un po’ di fortuna, oggi l’abbiamo avuta. Oggi abbiamo vinto contro una grande squadra, ma anche noi abbiamo dei grandi valori. La Lazio la conosco, mi viene facile dire come affrontarla. Ma io do gli strumenti ai giocatori, quindi se hanno vinto è merito loro”.
La spiegazione del cambio decisivo: “Perché ho messo D’Alessandro? Ho visto Lulic stanco e poteva metterlo in difficoltà. Pioli con l’inserimento di Klose ha fatto capire alla squadra che voleva vincerla e lo difendo: fa bene ad avere questo atteggiamento. Ovunque va vuole vincerla. Un’azione come la nostra poteva capitare anche a loro, pure noi avevamo quattro punte”
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