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Minimo sforzo, massimo risultato: Lazio con un piede e mezzo ai sedicesimi di Europa League

LAZIONEWS.EU – La doppietta di Djordjevic basta a piegare la flebile resistenza norvegese…

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Pubblicato il 5/11 alle 22-56

LAZIONEWS.EU – Vittoria doveva essere e vittoria è stata, il tabù trasferta è sfatato anche in Europa. Pioli si affida al turnover, esordio da titolare per Morrison. La Lazio fa la partita, c’è almeno una categoria di differenza tra i biancocelesti e il Rosenborg, bastano 9′ minuti per evidenziarlo. Prima Kishna si fa metà campo e spara addosso al portiere, poi indossa i panni dell’uomo assist e, da calcio d’angolo, serve Djordjevic che deve solo appoggiare in rete di testa. Prima presenza europea e prima rete, il morso del serbo è veleno puro per il Rosenborg. Intossicati i norvegesi non riescono a reagire, in campo c’è solo la Lazio. L’unico brivido alla porta laziale arriva su un cross sbagliato, la palla sfiora il palo con Berisha sorpreso: troppo poco per sperare di portare a casa l’intera posta in palio. Il Cobra però non è sazio, il gol mancava da troppo, serve una doppia razione giornaliera. E così Djordjevic va in pressing, Onazi spinge, il serbo aspetta il pallone di ritorno e infila il pallone sotto le gambe del portiere avversario. La partita è già praticamente chiusa, solo un suicidio biancoceleste potrebbe riaprirla, ma la voglia di farsi male sparisce quando si varcano i confini europei, la partita scivola via senza ulteriori sussulti.

La ripresa si apre subito con un cambio: Keita per Candreva, il derby incombe. Il secondo tempo ricalca il copione del primo: ancora Kishna in grande spolvero, l’olandese si mette in proprio, ma non riesce a trovare la gioia personale. E’ il fattore K a movimentare la gara: anche Keita vorrebbe il gol, la sua serpentina però trova la gamba di un giocatore norvegese a deviare in angolo. La Lazio è in pieno controllo del match, i pericoli sorsi dalla retroguardia biancoceleste si possono contare sulle dita di una mano. Se poi ci si mette anche la sfortuna per il Rosenborg diventa impossibile: gli infortuni costringono l’allenatore ai cambi forzati, il match ha già emesso le proprie sentenze. A rovinare la festa laziale ci pensa Keita con un gesto inutile: prima commette fallo su Helland, poi lo smanaccia. L’arbitro non può che espellere l’attaccante, la Lazio si ritrova ancora sotto di un uomo, un’abitudine che comincia a diventare fastidiosa. Il match si trascina stancamente fino al triplice fischio dell’arbitro, la Lazio ottiene il massimo risultato con il minimo sforzo. Qualificazione a un passo, adesso basterà un punto nelle restanti due partite per accedere ai sedicesimi di finale.

Matteo Vana

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