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IL TEMPO. Giulia fa canestro oltre la sfortuna…
L’articolo di Samantha Trancarelli su una tifosa biancoceleste davvero speciale….
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È il capitano della squadra di minibasket in carrozzina del Santa Lucia Roma, una delle più forti e blasonate realtà di basket in ltalia, con uno scudetto vinto lo scorso anno per la prima volta nella loro storia. Giulia Rossetti ha 17 anni, vive a Roma con la mamma Cinzia e i tre fratelli, frequenta il Iiceo scientifico e punta il canestro con un’ energia impressionante, che non può non far emozionare. Sa di essere il punto di riferimento della squadra e sente, da capitano vero, la responsabilità di dare sempre il massimo in campo, anche per dare l’esempio alle compagne. E stata Ia prima femminuccia a giocare nel Santa Lucia, la più piccola, poidopo sono arrivate le altre compagne, amiche anche nella vita. Lo sport e Giulia: due mondi che si intersecano a meraviglia. “Il basket mi piace molto, mi fa divertire– spiega Giulia – e soprattutto mi ha dato la possibilità di conoscere tanti amici e socializzaÍe con loro. Sono un po’ chiusa di carattere e all’inizio non è stato facile, ma non potevo restare a casa.Ora so che la strada intrapresa è quella giusta”.Giulia convive con una tetraparesi spastica causata da una paralisi cerebrale infantile e nel 2005 si è awicinata al minibasket,percaso, dopo la riabilitazione presso la Fondazione Santa Lucia. All’inizio faticava persino ad alzare il pallone di qualche centimetro, ma è molto testarda Giulia e non ha voluto mollare. Ed è arrivata così l’emozione del primo canestro, segnato in una partitaufficiale sul parquet di Firenze.
“È quando tutto ti sembra difficile, che devi provarci ancora di più. Le cose belle accadono quando le desideri fortemente. I tiri che facevo non entravano mai, ma non mi sono mai scoraggiata e quel primo canestro me lo ricorderò per sempre. Mi ha ripagato di tutta la fatica che avevo fatto fino a quel momento, ho esultato tantissimo per Ia gioia anche di mio papà”. Una gioia immensa condivisa con il papà Bruno, ex-dirigente della squadra, che l’ha sempre seguita in questi anni in tutte le gare e in tutte le trasferte, agli allenamenti, sostenendola con lo sguardo e tifando per lei dalla panchina. E con lui Giulia ha condiviso tutti i passi nel mondo del basket, fino alla conquista dello scudetto e della supercoppa lo scorso anno. Purtroppo pochi mesi fa il papà di Giulia è scomparso a causa di una grave malattia e perleinon è stato facile decidere di continuare a giocare. Ma, anche stavolta, non ha mollato. “La prima partita di campionato è stata dura, pensavo di non farcela. Ma poi ho visto che tutti i miei compagni di squadra e I’allenatore mi stavano vicino, credevano in me e non potevo deluderli. E poi c’è un altro campionato da vincere, sarebbe bello ripeterci ancora”. Un altro trofeo con il Santa Lucia e la Lazio in Champions League: sono questii due desideri di GiuÌia, tifosa della squadra biancoceleste e di Klose in particolare. “Ho l’abbonamento in Tribuna Tevere e vado ogni volta che posso, come quando c’era mio papà, tifosissimo anche lui. Speriamo di continuare così”
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