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A. Filippini: “Lazio, la cura è lenta: il ritiro non vince le partite”
ESCLUSIVA LAZIONEWS.EU – L’ex laziale: “La Lazio paga la Champions mancata…”
Pubblicato il 23/11 alle 13.43
ESCLUSIVA LAZIONEWS.EU – 25 ottobre, Lazio-Torino 3-0. Bisogna tornare indietro di un mese per rintracciare l’ultima vittoria della Lazio in campionato. Da quel momento tre sconfitte e un pareggio, alquanto amaro, nel match di ieri contro il Palermo. La società non è soddisfatta del rendimento della squadra ed ha optato per il ritiro punitivo. Tutti a Formello almeno fino a giovedì, quando si giocherà contro il Dnipro nel match valido per la quinta giornata di Europa League. Per analizzare la sfida contro i rosanero e il momento biancoceleste Lazionews.eu ha raggiunto in esclusiva Antonio Filippini, doppio ex di Lazio e Palermo.
Contro il Palermo pareggio che ha il sapore di una sconfitta?
“La Lazio stava perdendo, è riuscita a raddrizzare una partita difficile. Il pareggio ci può stare, ma sicuramente non stanno bene, però riuscire a raddrizzare una partita vuol dire tanto. Non è la Lazio dell’anno scorso, ci vuole tempo”.
Lazio che ieri era chiamata alla vittoria…
Di sicuro i tifosi, la squadra, l’allenatore e la società si aspettavano una vittoria. Per essere più sereni e affrontare al meglio la settimana. Per un “malato” che vuole rialzarsi un pareggio contro il Palermo, dove si stava anche perdendo, ci può anche stare. Se ne esce piano piano da queste situazioni difficili, non bisogna aver fretta”.
La società ha deciso per il ritiro…
“Il ritiro ci può stare, anche perché quando si va male è giusto stare insieme e concentrarsi ulteriormente sul proprio lavoro”.
E’ la giusta medicina?
“Il ritiro a volte può essere la giusta medicina, altre no. Quando giocavo alcune volte sono andato in ritiro prima di una partita per 3-4 giorni per cercare di vincere, ma magari non si vinceva. Non è che andando in ritiro si vincono le partite, si cerca di fare quadrato e stare più uniti e più concentrati per il prossimo impegno”.
Ieri in panchina discussione tra Cataldi e Murelli, il vice di Pioli. Che segnali sono?
“Sono situazioni che non vanno bene, quando si va male si cerca di stare tranquilli e fare il proprio compito. Discutere con il vice allenatore non serve alla squadra. Se a Pioli va bene questa situazione vuol dire che ha in pugno lo spogliatoio e sa di cosa hanno discusso. Vuol dire che ha giocatori che sono consapevoli della situazione e che tengono alla maglia della Lazio”.
L’anno scorso terzo posto, quest’anno l’obiettivo rimane lo stesso o bisogna abbassare il tiro?
“La Lazio paga la mancata qualificazione in Champions League e ne sta pagando anche l’effetto fisico. Molto probabilmente cresceranno anche fisicamente e la Lazio starà bene quando le altre rallenteranno. Può risalire nelle zone alte della classifica, Champions League o Europa League”.
Europa League valvola di sfogo e obiettivo per risollevare la stagione?
“Quando si affrontano determinate partite in Europa si è sempre eccitati perché ci si confronta con un calcio diverso da quello italiano. Una vittoria può essere la medicina per affrontare la prossima di campionato nel miglior modo. La Lazio può arrivare in fondo e può vincere l’Europa League”.
Gian Marco Torre
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