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Dabo: “Che gioia quel rigore in Coppa Italia. Giù le mani dai laziali!”

NOTIZIE LAZIO – L’ex centrocampista spiega: “Vergognoso definirli come razzisti e fascisti…”

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NOTIZIE LAZIO – L’aquila sul petto portata sempre con onore e rispetto. Ousmane Dabo ha giocato 5 stagioni nella Lazio, dal 2003 al 2006 e poi dal 2008 al 2010. Una carriera iniziata in Francia e poi approdata al grande calcio grazie all’Inter. L’ex centrocampista si è raccontato in una intervista a tutto tondo a FrSerieA.

“A Milano ho vissuto un sogno ad occhi aperti – esordisce Dabo – giocando spalla a spalla con grandi giocatori come Ronaldo o Djorkaeff e Cauet, che tra l’altro, aiutò me Frey, Zoumana Camara, Silvestre a integrarci nel gruppo”.  L’esperienza più significativa arriva però in maglia biancoceleste: “Il ricordo più caro? I calci di rigore nella finale di Coppa Italia del 13 maggio 2009! Essere l’ultimo tiratore, salvare un trofeo e riuscire a vincerlo, è stato incredibile. Ed è tanto più sorprendente riuscire in questo a Roma, dove la gente vive il calcio, che è caratterizzato da un enorme fervore popolare. In Italia c’è fervore ovunque, ma come nella Capitale, da nessuna parte!”.

Roma significa innanzitutto derby: “La pressione è enorme. Per un giocatore straniero come me è già complicata, quindi immaginate un giocatore nostrano che ha amici sia nella Lazio che nella Roma. Poi i tifosi ti fanno capire quanto sia importante vincere questa partita. Non una settimana prima, ma al momento della firma il contratto. A volte succede che prima della gara si verifichi qualche scontro tra tifosi avversari, ma negli ultimi anni questo accade in forma molto più lieve”

I giocatori più forti con cui ha giocato? “Ronaldo e Zidane – risponde il francese – Penso che Ronaldo sia il miglior centravanti di tutti i tempi. Credo sia anche meglio di Messi e Cristiano Ronaldo. Quanto a Zidane, lui era un genio. Per quanto riguarda il calcio attuale, penso a Pogba. Attenzione, non perché è francese, ma perché lo trovo fantastico”.

Un giudizio anche sulla Serie A: “Diciamo che l’Italia non ha preso la palla al balzo. Avrebbero dovuto rinnovare gli stadi. Oggi gli impianti sono vecchi e meno affollati di prima. Le istituzioni in Italia fanno fatica a prendere decisioni forti che possono portare grandi cambiamenti. Poi c’è sempre un piccolo problema di insicurezza”.

In Francia i media hanno descritto negativamente i tifosi romani attraverso un documentario: “No, sono immagini disoneste, con una documentazione fuorviante e scorretta”, risponde duramente. “E’ una vergogna tacciare un pubblico come fascista o razzista quando questo problema certamente esiste, ma riguarda una minoranza. E ‘come se accusassimo i tifosi del PSG di essere nazisti solo perché ci sono stati casi nella Tribuna Boulogne. Insomma, è stata una pessima pubblicità per Roma, e non rappresenta ciò che ho vissuto nella Città Eterna. Il calcio è poi manipolata da politici, da qualche parte è il riflesso della società. Certo non nego i problemi, ma io dico che non bisogna generalizzare”

Il laziale è razzista? Questa la sua risposta: “I versi delle scimmie li ho sentiti e posso sentirli ovunque. Non capitano solo in Italia, episodi del genere sono successi anche in Francia o in Spagna. A volte è capitato anche da parte dei sostenitori laziali, ma mi spiegarono fosse solo un tentativo di destabilizzare l’avversario. Quando è successo, ho parlato con i tifosi, anche con i capi ultras, chiedendo loro di partecipare in altro modo, con fischi e cori. E loro sono molto aperti, avevamo un buon rapporto. Naturalmente, anche se era per pura provocazione, questo atteggiamento mi aveva toccato a fondo, mio padre è nero: anche se non ero io il bersaglio, mi infastidiva. Ma la tifoseria della Lazio vive completamente il calcio e la sua squadra. Sono degli ottimi sostenitori: ogni francese che ha giocato lì vi dirà lo stesso, chiedete a Saha, Cissé o Ciani!”.

In chiusura, il racconto del suo presente: “Ho aperto una scuola calcio a Ziguinchor, in Senegal. I giovani possono svolgere le attività in buone infrastrutture piuttosto che sulla terra. Ho intenzione di installare un campo sintetico con l’aiuto degli sponsor. I giovani migliori, che possono avere un futuro in ambito professionistico, proviamo a proporli a club senegalesi o europei. Noi li accompagnamo, supportandoli in questo”.

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