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Gregucci: “Ai giocatori manca il senso di appartenenza. Pioli? E’ la persona giusta”.
NOTIZIE LAZIO – L’ex biancoceleste: “I giocatori che non vogliono restare devono essere liberi di andare…”
NOTIZIE LAZIO – La Lazio sta vivendo un momento molto difficile. La gara di oggi, contro il Saint Etienne, può essere importante per la squadra, potrebbe portare fiducia e serenità nello spogliatoio. Per parlare di questa situazione, ai microfoni di Lazio Style Radio 89.3, è intervenuto Angelo Gregucci, storico laziale e attuale allenatore dell’Alessandria.
Contro il Palermo avete fatto l’impresa, come ha fatto?
“Io ho fatto poco, sono i calciatori che scendono in campo, noi organizziamo solo la gara. Siamo andati in vantaggio e abbiamo letto bene la partita, andando anche in superiorità numerica e trovando subito la rete del raddoppio già al 23′. Abbiamo tenuto il campo con ordine, compattezza e aggressività”
Compattezza che sta mancando alla Lazio…
“Non posso entrare in modo dettagliato, perchè osservo da lontano. Non abbiamo vissuto una buona estate, i mal di pancia sono nati durante la preparazione, poi il campo te li manifesta ed amplifica. Con l’autostima ai minimi storici, i calciatori non hanno stimoli, voglia e motivazioni. Ci si deve separare da questo tipo di calciatori, bisogna cominciare a crearli in casa, dandogli un senso di appartenenza. I giocatori devono essere liberi di andare via, devi avere la forza di aprigli la porta“.
C’è anche molta paura..
“Non esiste la paura. Uno che ha 20 anni e fa questo mestiere, provando emozioni indescrivibili, non può averla. Se non si hanno le motivazioni devi stare a casa, se hai paura di giocare davanti a 80 mila spettatori devi giocare in Lega Pro. Non devono mai mancare le motivazioni nel calcio. Noi veniamo da un calcio più vero, sincero. Non è paura, è debolezza.”
Roma è una piazza particolare…
“Roma amplifica queste debolezze. Se non hai personalità non puoi prenderti responsabilità. Non puoi giocare a Roma se non riesci a reggere le pressioni mediatiche dell’ambiente”.
Di Pioli cosa ne pensa? Cos’è cambiato dallo scorso anno?
“Mi fido dell’allenatore. Nella scorsa stagione è stato il migliore degli ultimi 15 anni. Non bisogna dimenticare tutto, è la persona giusta per risolvere i problemi della Lazio. Quest’anno manca De Vrij, uno dei migliori, anche per quanto riguarda la personalità. Con l’olandese la linea della Lazio era molto alta, leggeva prima le situazioni. Ora ci rendiamo conto di quanto era importante”.
Ha visto dei segni di miglioramento nelle ultime partite?
“La Lazio contro la Lazio. Questa è l’analisi da fare. Il primo problema siamo noi, poi gli avversari. La squadra deve dare risposte di compattezza, vince la verità tra professionisti. Non ho mai creduto una squadra di tutti amici, ma devono avere tutti gli stessi obiettivi, remando verso un’unica direzione. Bisogna dare di piu per la squadra, fare una corsa in più per il compagno. Tutti gli atteggiamenti che metti in campo li devi per la squadra, che deve stare al primo posto. Non devi metterci le questioni contrattuali o di mercato. Le parole non servono”.
Un’analisi tattica..
“Non è importante la tattica nel calcio moderno. Sono importanti i principi di gioco e gli atteggiamenti. E’ come tu interpreti le partite che fa la differenza, la tattica incide molto meno rispetto all’era sacchiana. Si attacca tutti e si difende tutti”.
Cosa conta in una squadra?
“Contano gli uomini, tutte le squadre che hanno scritto capitoli importanti della storia del calcio erano composte da uomini: l’Ajax anni ’70 era pieno di ragazzi fatti in casa, il Milan aveva Maldini, Baresi e tanti altri. Con gente cresciuta in casa, che ha nel dna lo spirito del club fai sempre qualcosa di più che una partita di calcio. Non c’è squadra che abbia scritto capitoli importanti che non abbia lo spirito di appartenenza.”
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