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Rinascimento Lazio, a Firenze i biancocelesti sono Magnifici

LAZIONEWS.EU – Fiorentina battuta, la squadra di Pioli si conferma grande con le grandi…

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Pubblicato il 9/01 alle 19.59

LAZIONEWS.EU – Il Rinascimento laziale non poteva che partire da Firenze. Dopo il periodo medievale la truppa di Pioli rivede la luce, il presente sorride. Eppure il buio era lì, pronto a prendere il sopravvento: bastano cinque giri di lancette a Mati Fernandez per spaventare Berisha, il suo destro a giro sibila vicino all’incrocio. I tempi, però, sembrano maturi, qualcosa è cambiato. E così i novelli Giotto, Donatello, Michelangelo hanno le sembianze di Keita, Candreva, Milinkovic-Savic. Lo spagnolo avrebbe l’occasione giusta per per bucare Tatarusanu, ma da due passi calcia la sfera addosso al portiere viola. Poco dopo è Milinkovic-Savic a provarci, il suo colpo di testa scavalca l’estremo difensore romeno, ma sulla linea c’è Astori. I due uomini che hanno infuocato il mercato nelle ultime stagioni danno spettacolo. Gioca meglio la Lazio, la squadra di Pioli è pronta per aprire ufficialmente la nuova epoca: la data è già scritta, il 9 gennaio, il minuto è il 45esimo. Djordjevic serve Keita che disegna un mezzo cerchio intorno al serbo prima di calciare. Vezzo o marchio di fabbrica, il destro gonfia la rete senza che Tatarusanu possa fare nulla.

La ripresa inizia senza cambi, ciò che muta è la visione dell’uomo biancoceleste. Sousa non ci sta, dentro Pasqual fuori Blaszczykowski, il portoghese ridisegna la Fiorentina. Ma è sempre la Lazio a scrivere la storia: Parolo per Candreva, l’opera non è perfetta ma merita comunque di essere inserita tra le maggiori del periodo. La paura, però, è insita in ogni grande rinascita, i biancocelesti arretrano troppo e il buio viola prova ad inserirsi. Ci pensa Berisha a fermare tutto, quando non può l’albanese c’è Parolo: la squadra di Pioli è un soggetto unico in grado di autodeterminarsi e di coltivare le proprie doti con le quali potrà sconfiggere la sorte. Si fa male Radu, dentro Braafheid all’esordio stagionale. La Fiorentina preme, ma è Matri ad avere la possibilità di dipingere il manifesto del movimento laziale: Candreva se ne va in contropiede, poi serve l’attaccante che stoppa e, inspiegabilmente, appoggia pianissimo verso Tatarusanu rendendo agevole la parata dell’estremo difensore. Il primo piano però se lo prende Milinkovic-Savic, il più atteso: sinistro a fil di palo, Tatarusanu non può nulla. La rete di Roncaglia, con la complicità di Berisha, non scalfisce quanto fatto. Il finale riserva il meglio: Felipe Anderson è solo, Candreva è bravo a vederlo, piatto destro e rete. E’ l’ultimo lampo di luce, il Rinascimento della Lazio può irradiare i propri raggi sul prosieguo di stagione biancoceleste.

Matteo Vana

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