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L’EDITORIALE DI PAOLO CERICOLA. Corsa Champions nella mani di Montella
Suicidio contro Lecce e Novara…
Suicidio contro Lecce e Novara…
Vincere sperando in Montella. Lazio-Inter di domenica prossima avrà questo comun denominatore. Una corsa all’ultima curva, come lo scorso anno, con i friulani che, anche in questa stagione, sono in pole. Ma questa stagione è diversa dalla precedente. Lo scorso anno non c’era Klose l’uomo dai 20 goal, si è infortunato ma i numeri dicono 26 partite 13 reti, non c’era Lulic che per gran parte della stagione è stato una pedina imprescindibile, c’era invece Hernanes che invece in questo finale di stagione è venuto a mancare per infortunio ma prima per le scelte del tecnico goriziano. Ma soprattutto non ci sono stati una sequela infinita di infortuni. Reja si è affrettato in settimana a liberare da responsabilità il suo staff difendendo la preparaione ed il lavoro svolto ma è abbastanza chiaro che l’errore da qualche parte è stato commesso. Più di trenta infortuni, 9 solo ai flessori, non possono essere casuali e se nelle ultime ore il Milan attraverso il suo tecnico ammette che qualcosa è stata sbagliato la stessa cosa ci può stare anche in casa Lazio. Qualcosa è certamente stato sbagliato. I tanti impegni, l’età non più giovanissima di quasi tutti quelli che si sono infortunati, lavoro settimanale possono essere tante le cause che hanno portato la Lazio ad essere la seconda squadra del nostro campionato per numero di infortunati ma certamente non può essere l’alibi per dichiarare positiva una stagione come questa. Lo può diventare solo se domenica il Catania batterà l’Udinese e la Lazio farà lo stesso con l’Inter; tradotto: Champions League. Una stagione va valutata nella sua totalità. In questa analisi ci devono necessariamente essere le tre competizioni. In Europa League la Lazio ha passato il primo turno per il rotto della cuffia. In molti faranno fatica a ricordare oggi il Girone G, quello dei biancocelesti. Vi erano oltre ai capitolini, lo Zurigo, il Vaslui e lo Sporting Lisbona. Una passeggiata di salute si disse al sorteggio ed invece è finita con il regalo svizzero altrimenti si restava a casa già al primo turno. Poi l’Atletico Madrid di Simeone ha spazzato via i biancocelesti senza grandi sforzi. In Coppa Italia la Lazio è stata eliminata dal Milan. In quella serata a San Siro i rossoneri schierarono Amelia, Abate, Mexes, Bonera, Mesbah, Merkel, Van Bommel, Nocerino, Seedorf, Robinho, El Shaarawy; non certamente quindi le bocche da fuoco. Finì 3 a 1 e Lazio a casa. Ma c’era il campionato da tutelare ed una corsa alla Champions League da vincere. Ma in un mese il castello di carte è rovinosamente caduto. I tanti infortuni la obbligavano a fare delle scelte mirate in difesa della corsa al terzo posto che però vive una sorta di suicidio; Lecce e Novara. Contro le due quadre retrocesse la Lazio ottiene un solo punto. Ieri la brillante vittoria di Bergamo, con la formazione peggiore di tutte, non per i protagonisti ma per le numerosissime assenze, testimoniano che gli infortuni non possono essere un alibi. L’Atalanta in casa ha fatto un campionato eccellente, la Lazio in trasferta escluso in derby nel girone di ritorno è stata un disastro. Eppure ieri lotta, soffre e vince senza mai concedere ai padroni di casa un solo tiro in porta. Risultato; se non si andrà in Champions League sarà per un suicidio dove gli infortuni non avranno alcuna parte da protagonista.
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