Il CALCIOSCOMMESSE, gli arresti e la fiducia dei tifosi tradita. MAURI come GIORDANO e MANFREDONIA?

La storia del trequartista biancoceleste, riconducibile a quella di altri beniamini che tradirono la fiducia dei tifosi…

(getty images)

Chinaglia, Signori, Giordano, Manfredonia e Mauri. Cinque beniamini, il primo tra l’altro scomparso poco tempo fa. Cinque personaggi che per un motivo o per l’altro hanno tradito la fiducia dei tifosi, commettendo reati che talvolta hanno messo nei guai anche la società. “Long John”, campione d’Italia nel 1974, nel 1996 subì una condanna a due anni di reclusione per bancarotta fraudolenta e falso in bilancio risalenti proprio al disastroso periodo della sua presidenza biancoceleste (1986-1987). Poi la macchia piu’ pesante: la tentata scalata alla Lazio nel 2006 che gli costò l’accusa di riciclaggio con l’aggravante di aver agevolato l’attivita’ della camorra. Quindi la lunga latitanza in America, dove nel 2008 fu colpito da un mandato di arresto sempre per riciclaggio. Ma nel 1980 sono due giovani stelle della Lazio a finire in manette: Bruno Giordano e Lionello Manfredonia, coinvolti (anche qui) nello scandalo del calcioscommesse e condannati a tre anni e mezzo di squalifica (poi in gran parte condonati per la vittoria ai Mondiali dell’82). Uno scandalo che sconvolse il calcio e che portò, tra l’altro, alla retrocessione in B della Lazio. Per arrivare poi ad oggi. Prima di Mauri, Beppe Signori, bomber biancoceleste, negli anni 90. Esattamente un anno fa, il primo giugno 2011, l’arresto nell’ambito del nuovo calcioscommesse, che gli costa due settimane di arresti domiciliari e cinque anni di squalifica. Infine, Stefano Mauri: la troppa vicinanza col clan degli “zingari”, l’amicizia con Zamperini. Stamattina il suo arresto: custodia cautelare in carcere per lui. A breve il nuovo interrogatorio, quello di convalida. Qualche mese fa, Mauri era stato già sentito e aveva detto: “I tifosi possono tranquilli”. Ora i supporters biancocelesti possono solo sperare in un risvolto positivo, per non vedere ancora uno dei suoi beniamini tradire la loro fiducia.

A.C.