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KLOSE: «L’arresto di Mauri? Non posso dire nulla. Cerco di capire chi sarà il mister. Breno? Grande rinforzo»
L’attaccante biancoceleste parla dalla Germania
KLOSE: «L’arresto di Mauri? Non posso dire nulla. Cerco di capire chi sarà il mister. Breno? Grande rinforzo»
«Sto molto bene, negli ultimi tempi con la Lazio mi allenavo due volte al giorno. Sono in forma e questo è l’importante. Non ho ancora minuti nelle gambe, mi sono sono allenato ma nessuno si deve preoccupare della fiducia che ho in me stesso». Parola di Miroslav Klose, che a pochi giorni dall’inizio degli Europei rilascia una lunga intervista a DFB.de e tranquillizza i tifosi tedeschi sulle sue condizioni. Tuttavia, l’attaccante biancoceleste non guarda solo alla propria Nazionale; uno sguardo, infatti, è alla Lazio e alle notizie arrivate ieri in merito all’arresto di Stefano Mauri nell’ambito del calcioscommesse: «Sto seguendo gli avvenimenti di Roma, sto cercando di capire quale sarà il nuovo tecnico per la prossima stagione. Per quanto riguarda l’arresto di Mauri non posso dire nulla, l’ho appreso dai media ma non posso commentare perchè non conosco i dettagli»
Non solo questioni giudiziarie, ma anche il calciomercato è nella mente della società biancoceleste. Uno dei giocatori che sembra prossimo a vestire la maglia della Lazio è Breno, difensore centrale brasiliano con il quale Klose ha giocato nel Bayern Monaco: «E’ il miglior difensore con cui abbia giocato. Ha tutto: è completo, veloce nei contrasti, forte nel gioco aereo. E’ ancora molto giovane ma ha già avuto a che fare con ottimi allenatori, per la Lazio sarebbe un gran rinforzo».
Miro Klose fa anche un bilancio dopo il primo anno trascorso in Italia: «Tutto è andato come avevo immaginato. È stato tutto perfetto per la mia famiglia, ci sentiamo tutti molto bene. L’unica cosa di cui sono dispiaciuto sono gli infortuni. Mi avrebbe fatto piacere giocare una o due partite in più, ma purtroppo sono stato fermato da degli infortuni muscolari. Tuttavia sono cose che fanno parte del calcio». Non era abituato a esserlo, eppure a Roma è diventato un idolo: «Non mi dispiace. A Monaco di Baviera già mi capitava, è qualcosa che non mi appartiene ma non mi cambia. Ho imparato a giudicare le cose realisticamente».
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