Immobile: “La Lazio è un punto di arrivo. Vogliamo arrivare in alto”

CONFERENZA STAMPA – Si accendono le luci a Formello. Appuntamento alle 11.3o, quando andrà in scena la conferenza stampa di presentazione di Ciro Immobile, il nuovo attaccante biancoceleste. Nella sala stampa è presente anche Tare. A seguire, poi, la Lazio darà il benvenuto anche a Arturo Diaconale, il responsabile della comunicazione.

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con A.B

TARE:

“Siamo qui a presentare il secondo acquisto: Immobile. Un giocatore di grandissima qualità, con tanta esperienza sia nazionale che internazionale. Ha tutti i requisiti per giocare bene qua e speriamo che ci aiuterà a vincere qualcosa insieme. Abbiamo delle aspettative importanti, come i tifosi. Lui esprime i valori del popolo laziale, quali grinta e determinazione. Speriamo di gioire insieme”.

IMMOBILE:

“Ringrazio il direttore per questa presentazione, queste parole che mi caricano. Sono felice di essere in questa società storica, qui c’è molta professionalità. Spero di metterci tutta la grinta e la voglia, spero anche di togliermi tante soddisfazioni”.

Quando sono iniziati i primi contatti?

“Già durante l’Europeo. Facevo battutine con il presidente che era li. Si è creato li questo feeling. La storia e questa gloriosa maglia mi hanno spinto a venire qui”.

Cosa provi ad essere etichettato come erede di Klose?

“E’ una grande eredità. Spero di fare bene, anche se a Dortmund mi hanno etichettato come erede di Lewandowski e a Siviglia come il nuovo Bacca. Miro ha lasciato un grande ricordo qui, ed è giusto che l’attaccante della Lazio abbia grandi responsabilità”.

Già ti hanno parlato del derby?

“Si, poi lo conosco bene. Non l’ho visto mai dallo stadio, ma dalla televisione si. E’ speciale”

Cosa non è andato nelle ultime due stagioni? Quali aspettative hai?

“A Dortmund oltre alle difficoltà ambientali, abbiamo avuto molti problemi di squadra. Ad un certo punto eravamo anche ultimi in classifica. Quell’anno ho fatto 4 gol in Champions e sono stato contento, mi è servito molto. Al Siviglia non ho mai avuto possibilità di esprimermi al meglio. Ho deciso di andare a Torino perchè avevo voglia di rimettermi in gioco e conquistare la nazionale. Quest’anno come avete detto tutti è una stagione di rilancio, sia per me che per la Lazio. Voglio fare cose importanti”.

Quanto è importante questa scelta per la Nazionale?

“Sono nel pieno della maturità e venire qua è stata la scelta giusta. Siamo un bel gruppo, ho già conosciuto i compagni. Anche con Peruzzi faremo bene, lui ci è sempre vicino. La Lazio è importante per la Nazionale, Ventura già mi conosce ma tutti partiamo allo stesso livello”.

Perchè il numero 17? Quanti gol prometti?

“Un ritorno all’origine. Il 17 l’avevo a Pescara e avevo fatto bene. Mia moglie poi è nata il 17 luglio. Tutto combaciava. Non si promettono mai i gol, ma posso promettere che metterò tutto me stesso in campo, tutta la voglia che ho accumulato in questi anni sperando che arrivino tanti gol. Con il Torino quando ho vinto il premio capocannoniere girava tutto bene. Qui ho già parlato con tutti, l’attaccante è importante però è molto più importante come gioca tutta squadra. Se la squadra fa bene, io farò bene. Conosco il mister già dalla Primavera, conosco i movimenti del 4-3-3. Inzaghi vuole sempre arrivare a finalizzare palla a terra”.

La Lazio ha una grandissima storia di centravanti. A chi assomigli di più?

“Mi ricordo di Signori, Giordano. Sono attaccanti che volevano giocare palla a terra, Giordano non sbagliava mai davanti la porta. Ora non mi sento di fare paragoni”.

Keita ha definito questa società come un punto di partenza. La Lazio è un punto di arrivo?

“Si lo è. La Lazio deve ambire ad arrivare più in alto possibile, ad arrivare in Champions. Non solo quest’anno, ma anche in futuro. Ha tanta storia e deve mettersi in mostra anche nel calcio internazionale”.