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Gli ex compagni raccontanto Immobile: “Così è diventato grande”
NOTIZIE LAZIO – Aneddoti e cuoriosità sul bomber biancoceleste…
NOTIZIE LAZIO – Un viaggio nel suo mondo. Ciro Immobile sta conquistando tutti alla Lazio, anche per la sua semplicità di ragazzo umile, con una bella famiglia alle spalle. Alcuni ex compagni e non solo hanno raccontato la vita del bomber a ‘gianlucadimarzio.com.’, a partire da Leo Sfamurri, un grande amico che racconta il primo incontro con la moglie Jessica: “Ero il proprietario di una discoteca, il sabato i giocatori avevano la serata libera e venivano a trovarmi. Ciro adocchiò una ragazza, così sono andato da lei, le ho detto che un mio amico voleva conoscerla. Jessica si vergognava, era un po’ timida. Poi è diventata sua moglie. Siamo partiti dal mio locale travestiti da Mariaci, gli abbiamo fatto una serenata sotto casa. Tre giorni dopo li ho portati in chiesa”.
L’amicizia con Ciro: “Ci siamo conosciuti a Pescara, ho un ristorante chiamato il Chiodo Fisso. Ciro veniva quasi ogni martedì, con altri 6-7 ragazzi abbiamo ancora la stessa chat su Whatsapp in cui parliamo tutti i giorni. Ci siamo io, Ciro, Soddimo, Antonio Bocchetti, Maniero del Bari, Balzano, Petterini e Francesco Monaco, un ragazzo di Torre Annunziata”.
La Lazio: “Sta benissimo, me ne parla spesso. Con Keita e Felipe va alla grande, anche la moglie si è ambientata, non hanno problemi”.
Un ragazzo dal grande cuore: “Dopo il terremoto di Amatrice ho deciso di raccogliere una sfilza di magliette indossate dai calciatori, venderle e devolvere tutto in beneficenza. Parliamo di più di 200 maglie, di tutte le squadre. Juve, Milan, Lazio, Roma, Napoli. E Ciro si è mosso subito!”. Giro di chiamate: “Ha contattato Darmian al Manchester e se n’è fatte mandare varie, da De Gea a Depay. Poi anche Belotti, mi ha portato 2-3 carichi di magliette. Anche Pastore, Cavani, Lapadula. Una bella raccolta, lui è stato il primo a dare una mano. Ripeto, un cuore immenso”.
Anche Bocchetti ha belle parole da spendere per Immobile: Ciro è un ragazzo eccezionale, molto umile. Come la famiglia, deve tutto ai valori che gli hanno trasmesso. Gli hanno insegnato come si lavora. Ha il gol nel sangue ed è un atleta esemplare. Sta sempre avanti a tutti, corre molto, è generosissimo. Si merita tutto quello che ha”. Zeman? “Gli diceva che la squadra non giocava bene a causa sua! Ovviamente scherzava, lo faceva per spronarlo, aveva segnato 28 gol. Era un continuo punzecchiarlo, ma lo considerava moltissimo. Secondo me l’avrebbe portato anche alla Roma.Ci sentiamo quasi sempre, la Lazio è stata furba, ha colto l’occasione al volo”.
Racconta poi Sansovini: “Il mio ricordo di Ciro è legato alla prima giornata di campionato, contro il Verona. Non doveva giocare titolare, poi Zeman si arrabbiò con Maniero perché si presentò alla riunione tecnica con la tuta arrotolata. Al Boemo non piaceva questo vestiario. E’ partito così. Poi certo, si è guadagnato tutto quello che ha avuto! .Io lui ed Insigne formavamo il tridente offensivo, mi sono trovato molto bene. Ciro è un trascinatore, aveva già una grande voglia di arrivare. Si vedeva in campo”.Zeman gli diceva sempre che avrebbe potuto fare di più. Ciro segnava 2 gol? Lui gli diceva che ne avrebbe potuti segnare 3 o 4. Era fatto così, ma lo stimolava. Ora ha trovato l’ambiente giusto, si sente importante”.
Infine, il presidente del Pescara, Sebastiani: “Veniva da una stagione negativa tra Siena e Grosseto, l’ho voluto personalmente e ho spinto molto. L’avevo visto a Chieti durante i giochi del mediterraneo e mi colpì, venne da noi con la fame giusta. All’inizio Maniero partiva in vantaggio, Zeman non vedeva Ciro come un titolare. A Verona doveva giocare lui, ma si presentò con la tuta tirata su e Zeman lo mandò in panca. Ciro iniziò a segnare e non usci più. All’epoca avrei potuto riscattarlo, ma il Pescara era al primo anno di A e non poteva permetterselo. Ho sempre detto che alla Lazio avrebbe fatto bene. E’ un ragazzo d’oro, eccezionale, bravissimo. Si fa voler bene e sono contento per lui”.
DS
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