CONFERENZE STAMPA
Tim Cup. Spalletti: “Il derby vale triplo. La Roma non è favorita”
LAZIO ROMA CONFERENZA SPALLETTI – Il tecnico giallorosso si pronuncia..
LAZIO ROMA CONFERENZA SPALLETTI – Da Formello a Trigoria. Pochi minuti dopo la conferenza stampa di Inzaghi, va in scena anche quella del tecnico della Roma Spalletti:
Come è cambiata la Lazio in questi mesi?
“Secondo me la Lazio era stata costruita perché avesse un successo come sta avendo, è stata costruita bene. L’unico dubbio mi sembrava fosse l’allenatore, ma lui ha dimostrato di non essere il rincalzo di nessuno, può ambire ad allenare squadre di questo livello. Abbiamo davanti un avversario forte.
Le tre partite della settimana cosa tolgono di più?
“Sono tre partite che stimolano moltissimo e non tolgono assolutamente niente. Questo è il livello di calcio e di confronto che volevamo raggiungere, ci siamo dentro fino al collo, è il nostro ambiente, è una cosa normale. Dal punto di vista fisico ci saranno delle dispersioni, saremo costretti a cambiare qualcuno, ma sono convinto che la squadra si farà trovare pronta in qualsiasi scelta che farò. I calciatori hanno un’evidente maturazione ormai, nel discorso di domenica sera prima della partita si è toccato questo tasto, c’è un cambiamento, una sostanza che si chiama maturazione che la squadra ha fatto. E’ una cosa fondamentale, soprattutto la forza mentale per andare ad affrontare questo periodo, che ci vede di fronte a delle squadre di grandissimo spessore.
La Roma arriva meglio al derby. Si aspetta un atteggiamento conservativo da parte della Lazio?
“Io non so come ci arrivo, non sappiamo mai come ci arriviamo dentro le cose, è una questione di quello che è successo, ma sappiamo come possiamo uscirne. Quello che riusciremo a fare è che come ne usciremo e come ne usciamo. Noi vogliamo uscirne bene. Loro giocheranno la partita che sono abituati a fare, non li ho mai visti cambiare totalmente il loro modo di essere. Riescono a compattarsi benissimo sotto palla e ripartire, ma ogni ripartenza è fatta di corsa e qualità, hanno forza fisica, velocità e tecnica. In tutte e due le cose che sceglieranno saranno squadra e noi dobbiamo fare altrettanto, vogliamo vincere questa semifinale.
E’ una sfida tra due grandi tridenti d’attacco. Qual è la forza, l’unicità di Dzeko, Nainggolan e Salah insieme?
“Proprio per le qualità un po’ diverse fra loro possono essere il completamento di un assieme di una forza che dà sempre sbocchi importanti. Uno è fisico e tecnico, uno è veloce e leggero, ma velenosissimo come Salah, l’altro è un giocatore che sa fare tutto, gli puoi chiedere qualsiasi cosa e la sviluppa. Ho visto che vi siete divertiti a fare dei paragoni, io direi che lui è l’evoluzione della specie calciatore. Se ne hai 10 di Nainggolan fai una squadra fortissima, anche senza badare al ruolo. Diventa facile trarre delle conclusioni che è un reparto fortissimo e un reparto di quelli che fanno da traino alla squadra. Sono importanti e sono convinto che ci porteranno fino in fondo in questo modo che stanno gestendo adesso”.
Cosa cambia nella preparazione del derby visto che c’è anche il ritorno?
“Secondo me è molto simile alle altre, perché deve essere una costante dare tutto quando fai questo lavoro qui, quando hai alle spalle una città e un pubblico come quello della Roma. Quando sei un professionista hai degli obblighi di professionalità e competenza, devi far vedere convinzione e forza, da parte mia e dei calciatori. Il derby vale triplo, non doppio: la partita, l’accesso alla finale, che si giocherà a Roma, poi sta a cuore ai nostri tifosi e noi siamo sensibili a ciò che sta a cuore ai nostri tifosi. Secondo me abbiamo raspato sul fondo del barile sempre nell’avvicinarsi alle partite. Non ho mai visto l’atteggiamento o il sopracciglio di quelli che non gli interessa la causa per il motivo per cui siamo qui. Questa volta, se ci fosse ancora dello spazio, si va ancora più dentro per raspare ancora più in profondità”.
Nel derby si annullano le differenze tecniche o è un pensiero provinciale?
“Dipende dalle differenze, se si fanno degli accostamenti dipende dalle differenze. Anche se il derby avvicina molto le possibilità, qualsiasi partita ha dei punti in comune, il derby li avvicina ancora di più. Tra Roma e Lazio c’è meno differenza che tra Juventus e Torino, per cui sarà sicuramente e probabilmente una partita più equilibrata di quella che potrebbe essere l’altro derby. Ha fatto vedere spesso che il fattore emotivo ti può dare e ti può togliere qualcosa, c’è paura, timore ad affrontare delle situazioni e dei concetti dentro la partita. Quando ti bussa il timore alla porta ci deve essere il coraggio di aprire e di guardarla, così che va via da solo”.
E’ meglio arrivare favoriti o sfavoriti al derby?
“Chi dice che la Roma è favorita a volte e chi ha fatto i tweet dicendo che, per vedere Dzeko fare gol, bisogna togliere le porte da fondo campo, dicendo che Emerson non è da considerare nella rosa, dicendo che Jesus è un avanzo dell’Inter. I tweet rimangono, non vanno via. Non vedo la Roma favorita. Ci sono due squadre forti che si confronteranno ad armi pari, tutte e due hanno portato avanti un discorso fatto di gioco e di vittorie, di componente squadra, senza andare ad approfittare di niente, ma solo della propria forza. Noi abbiamo probabilmente degli obiettivi ugualmente importanti oltre a questa partita qui, ci sono delle altre cause, loro danno molto a questa, dipende anche lì come la gestiranno questa tensione di dare tutto a questa partita qui. Siamo migliorati, non ho visto video girare intorno a questa partita che richiamano guerre ed armamenti.
Quanto incide il pubblico in questo derby? Ci saranno solo 8mila romanisti…
“Per me conta questo derby, l’ultimo, gli altri non contano niente. Se qualcuno vorrà vedere domani una curva vuota quella non sarà la nostra, quella è un luogo di riferimento della passione dei nostri tantissimi sportivi, è casa nostra, la Curva Sud è casa nostra. Se si guarda a casa nostra si vede sempre piena, idealmente è così. Le statistiche dicono che siamo in continua crescita ovunque si respira aria giallorossa, qui è dipinta l’aria, è visibile. Domani curva piena, è pienissima. Dentro il cemento della curva scorre giallorosso è un luogo affollatissimo e pienissimo.
La più grande intuizione da quando è allenatore è quella di Nainggolan?
“Perrotta è uno che assomigliava molto a Nainggolan, se gli si chiede di fare un tempo lo farebbe ancora, è fisicamente a posto. Sono dei giocatori che sanno far tutto, sono partiti dal niente e non hanno bisogno di essere etichettati per ritagliarsi i loro spazi. Incontrai Perrotta a cena da Checco alla Scapicollo, lo trovo lì e lui mi viene a salutare dicendomi che aveva difficoltà e che poteva giocare ovunque. Nainggolan lo puoi mettere dove vuoi, si adatta a fare qualsiasi cosa, se tu gli chiedi codifica e va, se lo lasci stare va più di quello che gli chiedi. Lui in riserva ti dà lo strappo per fare altri due chilometri e fare il pieno al distributore. E’ un farmi dei complimenti che in questo caso non ho, è un giocatore forte. Se lo metti davanti alla difesa magari ti raddoppia quella qualità lì, lui racchiude la personalizzazione di tanti altri ruoli e tanti altri calciatori. Ti bastona con quei gol e ti rincorre arpionando la palla. Non ce ne sono tanti che fanno entrambe le cose. Fa un dribbling nello stretto sul primo gol e allo stesso tempo rincorre dieci giocatori e fa sette otto battute addosso agli avversari per togliergli lo spazio di giocata. E’ un animale raro, non ho nessun merito”.
Viste le caratteristiche di Nainggolan la squadra potrebbe correre il rischio di diventare troppo dipendente dalle sue caratteristiche?
“No, la squadra è forte. Se si parla di maturazione è proprio attraverso l’esser cresciuti su delle qualità complessive dell’addizione dei calciatori stessi, sennò non potremmo dire questo. Ci sono delle partite dove lui non ha giocato, la squadra ha vinto lo stesso. Sennò si torna a rifare gli stessi errori che abbiamo fatto fino a questo momento qui, la Roma non è un calciatore solo, la Roma è una squadra, una società, un assieme di impegno e di conduzione professionale che poi porta ad un confronto contro un’altra grandissima società o contro altre grandissime società. Radja ha risposto bene domenica: io faccio questo per la squadra perché loro mi aiutano a fare questo. Quella è la soluzione a tutto, è lo svolgimento di tutto, perché probabilmente essendo una squadra che ora ha questo equilibrio lui riesce a metterci qualcosa in più. Messo dentro una squadra forte il suo contributo è ancora più evidente. Il ragionamento generale è quello lì, abbiamo bisogno di un’addizione di calciatori forti per avere una squadra forte. Un calciatore forte da solo non può mai far vincere una squadra. Il potere assoluto toglie qualsiasi voglia di cercare soluzioni, il potere assoluto ti dà l’interesse e basta della tua gestione, non ti porta a cercare qualcosa in più. Diventa fondamentale la crescita generale”.
De Rossi potrebbe riposare domani?
“E’ un modo carino per chiedermi qualcosa della formazione, io ti capisco, ma tu devi capire me, diventa difficile andare lì dentro. Effettivamente li devo rivedere. Qualcuno ha giocato questi 90 minuti giovedì e domenica. De Rossi l’ho fatto giocare giovedì proprio per dargli il senso che non era una partita scontata, è il capitano. La risposta voleva evidenziare che sempre si sta attenti a più di un dettaglio, ci si fa attenzione anche adesso. Però è soprattutto quello che fanno vedere loro nell’allenamento di oggi pomeriggio, bisogna vedere le botte prese e le sensazioni, per cui non te lo dico se gioca domani“.
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