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Pinzi: “Lazio, batti la Roma! Che emozione il 26 maggio. Le barriere sono inutili”

PINZI LAZIO ROMA – L’ex giocatore è un noto tifoso laziale…

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PINZI LAZIO ROMA – Sale l’attesa per il derby di questa sera, valido per l’andata della semifinale di Coppa Italia. A poche ore dal match, il portale ‘ilposticipo.it’ contatta l’ex giocatore Pinzi, noto tifoso della Lazio. Ecco l’intervista completa:

Sulla gara dell’Olimpico:

“Come tutti i derby sarà una partita molto tesa, molto equilibrata, che verrà decisa sia all’andata che al ritorno dai singoli episodi. Uomini decisivi? Io spero uno qualsiasi della Lazio, uno a caso basta che si riesca nell’impresa di approdare in finale a discapito della Roma”

Eri in Curva Nord durante la famosa finale di Coppa Italia vinta grazie al gol di Lulic. Che ricordi hai?

“Una giornata di grandissima tensione, sia nei giorni precedenti che a pochi minuti dal fischio d’inizio. Poi abbiamo vinto e quel giorno lì ho sicuramente avuto una delle delle più grandi soddisfazioni da tifoso. Vincere la finale in casa è stata un’emozione veramente unica. Ultimamente mi viene un po’ difficile tornare all’Olimpico, ma quando c’è la possibilità sicuramente lo faccio”

Anche perché hai portato bene l’ultima volta…

“Certo, certo. Ci attacchiamo a tutto (ride, ndr)”.

Le barriere nelle curve:

“Penso che non esiste il calcio senza il cuore centrale della partita, sono le curve sono che ti fanno vivere l’emozione. In questo caso ancora di più perché è un derby. Poi dividere la curva così non vedo che benefici abbia portato e possa portare. Noi giochiamo per far felici i tifosi, la più grande soddisfazione è quando regali loro una gioia e sicuramente giocare in uno stadio deserto non è bello e non è il calcio che tutti amiamo”.

Già da domenica le barriere sono state abbassate, in un secondo momento verranno tolte sembra. Secondo te in questo modo tifosi torneranno?

“Se le abbassi dieci centimetri non penso che cambi il succo, è sempre un impedimento. Adesso andare allo stadio è diventato una rottura, tra tornelli, controlli, parcheggi lontani. Quindi oltre a eliminare le barriere bisogna pensare anche a rendere il tutto più agibile. Pensano che i delinquenti si racchiudano tutti dentro lo stadio quando invece uno va lì solo per passare una giornata di sport e di passione”.

Tu hai giocato per tutta la carriera al nord, soprattutto a Udine dove non ci sono proprio barriere tra campo e tifosi. Perché lì è possibile e invece a Roma bisogna addirittura dividere le curve stesse?

“Penso sia possibile dappertutto, ci sono delle regole e vanno rispettate. A Udine sicuramente non è mai successo nulla. Dobbiamo prendere esempio dall’Inghilterra: dopo gli hooligans, non ci sono più stati tutti quei casini perché ci sono delle regole certe per chi va allo stadio “.

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