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Derby, ci siamo. Inzaghi riflette, 4-3-3 o 3-5-2? Ecco i pro e i contro…
ROMA LAZIO INZAGHI FORMAZIONE – Come cambia la squadra in base a…
Pubblicato il 3/04
ROMA LAZIO INZAGHI FORMAZIONE – Cammini per strada. Vedi sguardi persi nel vuoto. Facce tese. Le stesse che incontri nel bar per fare colazione. Qui gli occhi si posano sui giornali presenti. C’è il Corriere e anche La Gazzetta. “Speriamo che scelga il 3-5-2 Inzaghi“, bisbiglia un tifoso aprendo le prime pagine. A voce bassa, magari per non farsi sentire. Ma parlano tutti, le parole si sovrappongono. Laziali e romanisti. Uniti dal caffè, divisi dal cuore, dalla fede. È un appuntamento troppo importante quello di domani. È la Partita. Con la maiuscola. C’è il palio la supremazia cittadina, l’orgoglio, la finale di Tim Cup e forse anche quella di Supercoppa. “Non possiamo sbagliare”, ha detto Felipe Anderson qualche giorno fa. Non devono farlo. Niente sarà lasciato al caso. Inzaghi medita attentamente come affrontare la Roma, ci pensa da giorni, anche se non l’ha mai ammesso. Il dubbio è sia sul modulo che sugli interpreti. E noi andiamo ad analizzare pro e conto dei diversi schieramenti:
CON I TRE DIETRO – Squadra che vince non si cambia. Chissà se Inzaghi intenda seguire questo detto. Fatto sta che con ogni probabilità verrà scelto il 3-5-2, il modulo utilizzato quasi sempre contro le big. Giocando in questo modo il tecnico può schierare tre difensori centrali (due nel caso giochi Radu) – che nel corso della stagione hanno dimostrato affidabilità e personalità – e due terzini di corsa: Basta e Lukaku sono i favoriti. Di conseguenze ne viene che, in fase di non possesso, davanti a Strakosha si formi una linea a 5. Fisica, veloce e tatticamente intelligente. Qualità necessarie contro il secondo miglior attacco della Serie A. I tre a centrocampo – dove ci sarà Lulic al posto di Parolo – faranno tanta densità lì in mezzo e sarà fondamentale evitare di creare spazi tra di loro e la linea difensiva. Davanti ci dovrebbe essere la coppia Felipe Anderson-Immobile. Rapidi, tecnici e bravi nell’attaccare lo spazio: l’ideale per far impazzire la retroguardia di Spalletti, che all’andata li ha sofferti. E non poco. Inoltre il brasiliano è libero di svagare e non dare punti di riferimento. Può diventare un’arma letale;
UN ATTACCANTE IN PIÙ – Il 4-3-3 è lo schieramento base di quest’anno. Inzaghi l’ha proposto subito e ci ha lavorato per tutto il ritiro estivo di Auronzo. È un’idea più offensiva, dato che vede la presenza di un esterno in più e di un difensore in meno. Ma solo sulla carta, in quanto in fase di transizione negativa diventerebbe un 4-5-1. O almeno questa è l’interpretazione che ne fa la Lazio. E così si avrebbe sempre il raddoppio sulle fasce, uno dei punti di forza della Roma, ma si potrebbero subire le sortite centrali e le imbucate dei giallorossi. Se Parolo fosse stato a disposizione, le chance di vedere il 4-3-3 sarebbero state maggiori, magari con Lulic alto e Keita pronto a spaccare la partita entrando dalla panchina. Ma il centrocampista della Nazionale è squalificato e la coperta biancoceleste è corta. Sono ore di studio e di attesa. Di ansia e timore. Ma al di la dei numeri, conta l’atteggiamento e la mentalità. E Inzaghi lo sa bene. E mercoledì vedremo chi dovrà cambiare bar.
Riccardo Caponetti
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