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IDENTIKIT. Borini, il coltello tra i denti e la Lazio: quando il ‘non mollare mai’ è comune
CALCIOMERCATO LAZIO BORINI – La mano come il coltello, tra i denti. Dopo ogni gol, in ogni esultanza. A ribadire un concetto, lampante. “Io non mollo mai”. Fabio Borini è vicino al ritorno in Italia, nella Capitale, dove tra il 2011-12 è diventato grande. L’ha fatto con la maglia della Roma, 26 presenze, 9 gol e tante giocate prima di partire con un biglietto di sola andata. Destinazione? Liverpool, per circa 14 milioni di euro. “Peccato, era un buon giocatore”. Il commento di Zeman sulla sua cessione. Una scelta che poi l’attaccante rimpiangerà. “Ho commesso un errore nell’accettare il trasferimento in Inghilterra”, ripete ormai in continuazione. Ad Anfield gioca due stagioni senza trovare eccessiva fortuna (3 reti e 3 assist), in mezzo una parentesi in prestito al Sunderland, che il 31 agosto del 2015 lo acquista a titolo definitivo per 10,5 milioni. I black cats sono però retrocessi nella scorsa Premier League. Una spinta in più per tornare a correre sulla riva del Tevere. Questa volta più antica, ultracentenaria: quella biancoceleste.
PERCHÈ SÌ – Un ex romanista a Formello. Di solito questo non è uno scenario piacevole ai tifosi della Lazio, che però per questa volta potrebbero fare un’eccezione. I motivi? Ce ne sono tanti. Cominciamo dal primo, dal rapporto qualità-prezzo. Il suo cartellino, complice la retrocessione del Sunderland, oscilla tra i 6-8 milioni. Poco vista la recente impennata delle cifre e le sue caratteristiche. Ventisei anni, esterno dinamico, veloce sia sul lungo che sul breve, muscolarmente potente e con degli ottimi tempi d’inserimento. Destro naturale, gioca su entrambe le fasce. Ecco un altro punto a suo favore, la duttilità. Può essere impiegato anche da prima punta: attacca bene la profondità, sa giocare spalle alla porta e regge l’urto dell’1 vs 1.
SPIRITO DA GUERRIERO – E poi è uno che non si arrende mai. È una sua dote, ne è consapevole e ne va fiero. “Serve continuità, cattiveria e voglia di arrivare in alto. Così si fa la differenza”. Il suo credo. Gioca sì con la testa ma soprattutto col cuore. Risparmiarsi non è un verbo per lui. Dà tutto, fino alla fine. “Borini anche quando dorme dà il 100%”, disse una volta Luis Enrique. Compensa col sacrificio, col sudore e con la voglia ad alcune lacune tecniche. E come se non bastasse ha un desiderio di rivincita importante dentro di sè, vuole dimostrare a tutti di essere all’altezza di palcoscenici importanti (sarà anche l’anno dei Mondiali). Siamo alla mano decisiva, Fabio ha tutte le carte in regola per fare bene: ora sta a lui giocare. È una scommessa, che si può vincere. Con i tifosi che non avranno problemi ad accoglierlo a braccia aperte. D’altronde la Curva Nord è stata chiara. “Chi pensa di trascorrere una stagione passeggiando in campo, sappia che così facendo diventerà un nemico dei tifosi”. Se dovesse arrivare, non avrà problemi a diventare un amico. D’altronde parlano la stessa lingua, quella del ‘non mollare mai’. E magari un giorno anche l’Aquila volerà col coltello tra i denti.
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