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DI CANIO: “Il calcio è cambiato, conta solo l’orologio al polso”
L’idolo biancoceleste risponde alle critiche dopo l’accaduto con il suo portiere
L’idolo biancoceleste risponde alle critiche dopo l’accaduto con il suo portiere
Paolo Di Canio da sempre idolo della Lazio, è stato criticato e polemizzato dopo aver sostituito e rimproverato un giovane giocatore della sua squadra. Al ‘Daily Mail’ ha voluto rispondere così: “Il ragazzo era confuso, per questo l’ho sostituito. Se fosse rimasto in campo avremmo perso per 8-0 e tutti mi avrebbero chiamato ‘asino’. Sono un allenatore straniero che cerca di infondere regole e disciplina ma gli inglesi dicono ‘no, no… non deve turbare così i calciatori”. Di Canio e la mentalità attaccata al denaro “E’ colpa nostra. Diamo ai nostri figli di 10 anni un cellulare di ultima generazione e li mettiamo in una stanza, senza che comunichino tra di loro, poi quando crescono e qualcosa va storto, non sono in grado di gestirla. l mondo del calcio è cambiato, non è più considerato come una passione ma solo come un lavoro. Ormai quello che conta è avere l’orologio d’oro al polso e un bel conto in banca”. Le radici del tecnico romano: “Mio padre Ignazio faceva il muratore, si alzava alle cinque di mattina e andava a lavoro in autobus, mentre mia madre faceva la casalinga e ha cresciuto quattro figli con pochi soldi in tasca. Quando avevo 17 anni mi sono reso conto di avere talento, e mi sono promesso di usarlo per aiutare la mia famiglia. Alla Lazio ero un idolo, ma nonostante ciò, il primo anno ho vissuto a casa con i miei e non ho comprato nemmeno una macchina”.
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