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Calcio e politica. Quando l’estremismo in Curva è di casa
LAZIO CURVA RAZZISMO – I fatti legati agli adesivi antisemiti esposti in Curva Sud durante Lazio-Cagliari sono soltanto l’ultimo…
LAZIO CURVA RAZZISMO – I fatti legati agli adesivi antisemiti esposti in Curva Sud durante Lazio-Cagliari sono soltanto l’ultimo scellerato gesto all’interno di uno stadio italiano. Discriminazioni, razzismo, xenofobia sono il pane quotidiano e la cosa grave è che quasi ormai neanche ci si stupisce più. Come riporta ‘ilgiornale.it’, un censimento del Viminale datato 2014 evidenziava nel nostro Paese la presenza attiva di 40 mila ultras, divisi in 382 gruppi e, di questi, 85 hanno manifestato un orientamento politico di destra (40 di estrema) e 54 di sinistra (21 radicali).
NON SOLO LAZIO – Nel segno di una vicinanza di idee politiche, da anni i tifosi della Lazio sono gemellati con quelli dell’Inter e della Triestina, oltre alla forte amicizia con gli ultras del Verona. Quest’estate, nella città veneta, in occasione della tradizionale festa della Curva gialloblu, un coordinatore di Forza Nuova inneggiò ad Adolf Hitler. Oltre ai soliti ‘buuu’ razzisti, di cui il Bentegodi è spesso teatro, si ricorda l’episodio del 1996, con l’esposizione di un manichino collegato alla scritta “Negro go away”, in riferimento al calciatore Ferrier, in trattativa con la dirigenza del Verona.
ALTRI EPISODI – Si potrebbe continuare per ore: da Zoro, che minaccia di uscire dal campo in un Messina-Inter, a Boateng che lo fa, nell’amichevole del Milan con la Pro Sesto, fino ad Omolade, fischiato dai suoi stessi tifosi in quel di Treviso. Nel 1990 i tifosi dell’Inter esposero un delirante striscione che rimproverava i nazisti di non aver deportato anche i napoletani insieme agli ebrei, mentre nel 1999 la Curva dell’Udinese fece saltare l’acquisto di Rosenthal, proprio per la sua religione.
WINTER ED OLA – Sergio Cragnotti entrò in netto contrasto con la tifoseria quando nel 1992 acquistò dall’Ajax Aron Winter, ebreo e di colore. Una combo, praticamente. Il centrocampista, poi ceduto all’Inter, altra tifoseria che non l’ha di certo averlo accolto a braccia aperte, a Roma giocò 155 partite fatte di classe e sacrificio. L’esempio fu ripetuto anche da Lotito con Daniel Ola, ma il ragazzo ghanese-nigeriano non seppe emulare il suo predecessore.
Giordano Grassi
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