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Ledesma: “La Lazio può vincere l’Europa League. Inzaghi? Trasmette…”
LEDESMA LAZIO VITESSE EUROPA – L’ex centrocampista biancoceleste Ledesma si è concesso una lunga chiacchierata ai microfoni di SoFoot.com…
LEDESMA LAZIO VITESSE EUROPA – L’ex centrocampista biancoceleste Ledesma si è concesso una lunga chiacchierata ai microfoni di SoFoot.com.
PROGETTI – “Il Lugano è una squadra molto giovane. Mi hanno reclutato per le mie qualità, ma anche per l’esperienza, e cerco di trasmettere ciò che ho vissuto negli ultimi anni. Ma attenzione, essere giovani non è una scusa per giustificare alcuni risultati. La gioventù è soprattutto entusiasmo. Lazio grande favorita dell’Europa League? E’ una competizione molto lunga… Per ora è l’unica squadra che ha vinto tutte le sue partite. Sa cosa vuole sul campo, continua a progredire tatticamente, qualitativamente, ma anche fisicamente. Da qui a dire che è la favorita, non lo so. Ci sono squadre più abituate a giocare in Europa, ma diciamo che ha una possibilità contro tutti”.
INZAGHI – “Non l’ho mai visto lavorare, e il suo debutto non era previsto, sappiamo tutti che sarebbe dovuto arrivare Bielsa e invece poi hanno richiamato Inzaghi. Sono sorpreso positivamente, perché la sua squadra è veramente consapevole dei propri mezzi. Se è un simbolo di lazialità? Assolutamente, è qualcuno che ha giocato alla Lazio e soprattutto che è rimasti lì fino alla fine della carriera. È un qualcosa in più molto importante e lo trasmette ai suoi giocatori”.
I TEMPI ALLA LAZIO – “Cosa mi viene in mente se penso alla Lazio? Il derby. Una partita che offre sensazioni paragonabili a nessun’altra, nemmeno alla Champions League. Se ne para dal primo giorno del tuo arrivo… Il derby romano riassume tutto, va oltre il calcio. Mi sono legato a questi colori per quello”. Sui suoi ex tifosi: “Abbiamo un ottimo rapporto perché sono come mi vedi, penso che la gente mi abbia apprezzato soprattutto per questo. Ancora oggi, quando vado a Roma, se incontro un laziale a Lugano, mi chiamano “ capitano “, mi commuove ogni volta”.
ITALIA E MONDIALI – Cristian era presente a San Siro durante la disfatta italiana: “Penso che in realtà non fosse così sicura la qualificazione dell’Italia. Il calcio sta facendo progressi in alcuni paesi, la Svezia è tra questi. Sono triste perché ho un legame molto forte con l’Italia, ma credo che più che incolpare allenatori o giocatori, sia necessario anche riconoscere il coraggio degli altri. L’Italia non ha giocato male, ha cercato di andare con le sue caratteristiche. Ha difeso molto bene, a centrocampo è c’era un ottimo Jorginho, ma è mancato qualcosa in attacco”.
FUTURO – Sul percorso già iniziato a Coverciano: “Se so già cosa farò quando smetterò di giocare? Sì, ho concluso la prima parte del corso a Coverciano. Mi piacerebbe lavorare con i più piccoli, ma non si può mai sapere. C’è tempo, non è detto che questo sia il mio ultimo anno da giocatore. Mi sento bene, mi diverto, sto fisicamente bene, mi piace ancora provare dolore dopo la partita. Finché c’è, continuerò. Dipenderà anche dalle opportunità… Differenze tra Italia e Svizzera italiana? Sì, molti italiani lavorano qui, ma abitudini, organizzazione, mentalità, servizi sono davvero svizzeri!”
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