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Totti: “Il calcio è la mia vita. Nazionale? Dramma calcistico, ripartirei da Montella ct”

INTERVISTA FRANCESCO TOTTI – Francesco Totti, attuale dirigente della Roma, si è raccontato sulle pagine…

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INTERVISTA FRANCESCO TOTTI – Francesco Totti, attuale dirigente della Roma, si è raccontato sulle pagine del Corriere della Sera. Una lunga intervista in cui l’ex capitano giallorosso ha raccontato del suo addio al calcio, di come è cambiata la sua vita, dei ricordi più belli e dei suoi rimpianti. Ecco uno stralcio dell’intervista.

CAMBIAMENTI – “La vita, la testa, il fisico. Ero abituato a fare sempre le stesse cose: sveglia presto, colazione, allenamento. Come una macchina. Adesso devo programmare la giornata. L’impatto non è stato semplice. Ho chiesto alla società se potevo ricaricare le batterie per un po’. Avevo voglia di dare un taglio, liberare la testa, godermi i miei figli. Me lo hanno concesso e li ringrazio, così ho potuto cominciare con il piede giusto il nuovo percorso. Sono rimasto nel calcio, che per me è la vita. È tutto”.

L’ADDIO – “Così non me lo aspettavo nemmeno io. Qualcosa oltre il calcio. È stato emozionante per il mio sentimento verso di loro e il loro sentimento verso di me. Non ero Totti o il capitano della Roma, ero il fratello di tutti. Le facce della gente, piene d’amore, erano per me. Dirò una cosa che può sembrare brutta, perché la Roma conta più di tutto e l’ho sempre messa davanti a me: di quel risultato, ho capito, non importava tanto alla gente”.

STADIO – “Ormai basta, se no divento pesante. Ma lo stadio di proprietà è fondamentale. Migliorerebbe anche il comportamento dei tifosi. Ora parcheggi a tre chilometri di distanza e devi passare dieci tornelli. Così ti passa la voglia”.

MONDIALE – “Non pensavo che succedesse questo dramma calcistico. A giugno accenderò la tv e non vedrò l’Italia, è surreale”.

INSIGNE – “Con me in panchina giocava dal primo minuto, è uno dei pochi che poteva risolverla partita”.

FEDERCALCIO – “Ripartirei da Damiano Tommasi. Primo perché è amico mio e secondo perché è competente. Una bella figura: giovane, trasparente, pulito. Se vai all’estero con lui fai bella figura. Ct? Montella. Rifaccio la Roma dello scudetto”.

BUFFON – “A 39 anni puoi giocare meglio che a 22, è questione di testa. Ma in Italia ragioniamo con la carta d’identità. Buffon, quando para, non ha 39 anni”.

VAR – “Sì, ma bisogna vedere come si usa. Chi decide?. Mi sarebbe stato concesso qualche rigore in più,  ma avrebbero visto anche qualche cazzata in più che ho fatto”.

DE ROSSI – “Cose istintive, che purtroppo in campo succedono. Dopo dici: è impossibile che abbia fatto una cosa così. Lui è il più avvilito di tutti, adesso bisogna stargli vicino e basta”.

SCUDETTO – “Ci sono tre quattro squadre sullo stesso livello, ma qualcosa in più ce l’ha sempre la Juve. Il Napoli? È la squadra più bella da vedere, può vincere lo scudetto se non avrà troppi infortuni. Mi piacerebbe uno scudetto al Sud”.

 

 

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