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ACCADDE OGGI. Doppio Flamini inguaia la Juve di Parola, Boniperti ed Hansen

ACCADDE OGGI – Torna la rubrica di Lazionews.eu in cui vi raccontiamo giorno per giorno gli eventi della storia biancoceleste e non solo…

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LAZIO – 22 gennaio 1950. La Lazio allenata da Sperone fa visita alla fortissima (e capolista) Juventus di Carver allo Stadio Comunale di Torino. I bianconeri sono gli stessi di sempre e giocano a meraviglia, ma la formazione ospite non ha nulla da invidiare. Anzi. Solidità in difesa, dinamismo a centrocampo e pragmatismo in attacco: la ricetta perfetta. Al 18’ Cecconi colpisce un palo clamoroso a Viola battuto: il gol è nell’aria. Infatti, al 20’, Flamini porta in vantaggio i biancocelesti, servito proprio dal centrocampista veronese, che finta il tiro ed offre a “El Flaco” un tap-in facile facile. Tempo otto minuti e l’oriundo argentino raddoppia: scattato sul filo del fuorigioco, batte l’estremo difensore bianconero con un tocco delizioso, lento ma angolatissimo. Il pubblico piemontese fischia i propri beniamini ed applaude sportivamente la Lazio. L’orgoglio bianconero esce alla distanza, ma già prima della fine del primo tempo (al 38’) Hansen rimette in partita i suoi, con un bolide-capolavoro dalla lunga distanza. Nella ripresa, la Juve alza il baricentro ed attacca a testa bassa, ma gli ospiti tengono botta alla grande, fino al 76’, quando Alzani atterra Marino in area. Calcio di rigore. Sembra una beffa per i biancocelesti, ma la fortuna, si sa, aiuta gli audaci. Ed anche Mari, che calcia fuori. La Lazio sbanca il Comunale e torna a Roma con due punti ottenuti grazie a cuore, gambe e tanta sfacciataggine.

STORIA – 22 gennaio 1944. Alle ore 02:45, l’esercito alleato dà vita ad un’imponente operazione militare nota col nome di “Shingle” (cioè, “ciottoli di spiaggia”): lo sbarco di Anzio è una delle vicende più dolorose della Seconda Guerra Mondiale, con migliaia di perdite da ambo le fazioni. L’operazione nasce a seguito dello stallo dell’offensiva di terra e delle difficoltà di occupare Montecassino. Così, la Campagna d’Italia, subisce una variazione: nel D-Day datato, appunto, 22 gennaio, un convoglio di 374 navi sbarca la I Divisione Britannica fra Torri Caldara e San Lorenzo e III fra Nettuno e Torre Asturia. Il comando delle operazioni fu affidato al generale John P. Lucas, ma il trionfo arriverà soltanto il 4 giugno.

SPORT – 22 gennaio 1911. Noto anche come “Tempio del Calcio”, nasce il primo stadio d’Italia e primo “di proprietà” in assoluto, il “Campo di Via del Piano” (oggi “Luigi Ferraris”), inaugurato col match tra Genoa ed Inter, terminato 1-0. Una capienza di ventimila spettatori ed un’ubicazione complicata, vicino al torrente Bisagno, un autentico capolavoro d’ingegneria. Adiacente al neonato terreno di gioco, c’era “La Cajenna”, il campo sportivo dell’Andrea Doria, di proprietà del Marchese Musso Piantelli, socio del Genoa, per il quale, la “nonna” dell’attuale Sampdoria, ha versato ai rossoblù 1200 Lire fino al 1926. Dopo varie vicissitudini, il terreno tornò sotto l’egida del “Grifone”, su cui eresse la Gradinata Nord, luogo che divenne ben presto sacro per tutti i propri tifosi.

Giordano Grassi

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