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Assalto al MARIBOR
Come sostiene Petkovic, non è la Champions, ma l’Europa League rappresenta lo stesso un obiettivo nobile e può portare qualche soldo…
RASSEGNA STAMPA – Come sostiene Petkovic, non è la Champions, ma l’Europa League rappresenta lo stesso un obiettivo nobile e può portare qualche soldo. Questo è quanto si legge nell’edizione odierna de Il Corriere dello Sport. Un passo alla volta, dopo otto anni di gestione, la Lazio si sta riavvicinando alle grandi del campionato italiano e ha voglia di andare il più avanti possibile in Europa. La favola di Eriksson e Cragnotti nel ‘98 nacque proprio con la galoppata sino alla finale Uefa di Parigi, persa con l’Inter di Ronaldo. Altri tempi, ma questa stagione segnata da Petkovic, il tecnico poliglotta e signore di Sarajevo, può essere davvero l’alba di un nuovo giorno a Formello. Di fronte al Tottenham, s’era presentato con la Lazio dei titolarissimi, con gli sloveni del Maribor, servirà una squadra tosta, compatta, pronta a portare a casa il risultato: meno svolazzi, più concretezza. Klose, dopo tanti impegni e in attesa di ripartire per la nazionale, ha bisogno di rifiatare. E lo stesso discorso vale per Ledesma, sinora impiegato a tempo pieno. La Lazio, che si affiderà ancora al collaudato 4-1-4-1. Petkovic non rinuncerà ad Hernanes, che dovrebbe essere affiancato da Ederson. I premi? Un milione di gettone di presenza, 140 mila euro per ogni vittoria, altri 200 mila per le prime due classificate di ogni girone. Nella stagione passata, arrivando sino ai sedicesimi di finale, Reja portò un bonus di 2,6 milioni di euro nelle casse della Lazio. Ecco la voce che fa realmente la differenza in Europa League.
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