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ACCADDE OGGI. La Furia Ceca si abbatte sulla Juve. Lazio in finale
ACCADDE OGGI – Torna la rubrica di Lazionews.eu in cui vi raccontiamo giorno per giorno gli eventi della storia biancoceleste e non solo…
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LAZIO – 11 marzo 1998. La Lazio di Sven-Goran Eriksson ospita all’Olimpico la Juventus di Marcello Lippi per il ritorno della semifinale di Coppa Italia. All’andata, i biancocelesti si sono imposti 1-0 al Delle Alpi di Torino, ma dopo soli sei minuti Daniel Fonseca annulla questa situazione di svantaggio per i suoi. I bianconeri ci credono, ma non hanno fatto i conti con un calciatore che, fra qualche anno, cambierà sponda, abbracciando proprio la causa juventina: si tratta di Pavel Nedved, letteralmente indemoniato ed autore di due gioielli che mandano al tappeto la Vecchia Signora, prima innescato da Boksic, poi con un tocco di suola in anticipo su Rampulla. La Juve cede al nervosismo, la Lazio invece gioca sul velluto: la Furia Ceca sfiora la tripletta, negatagli dal palo, Gottardi segna, ma l’arbitro Pellegrino annulla ingiustamente. Al 92’, Amoruso provoca l’autorete di Favalli che fissa il risultato sul 2-2, ma che non toglie alla Lazio la gioia della sua terza finale di Coppa Italia della storia, la prima nell’era Cragnotti.
STORIA – 11 marzo 2011. Per tre, interminabili, minuti, sei nelle zone più prossime all’epicentro (nell’oceano Pacifico), la terra giapponese inizia a tremare. La prima scossa è di entità 9 della scala Richter, la seconda da 7, la terza da 7.4, ma è ancora nulla rispetto a ciò che sta per accadere: in mare aperto si sta formando un’onda anomala alta 10 metri che inghiottirà a breve le coste di Fukushima, Miyagi, Tohoku, Ibanaki, Sendai e Iwate. A Fujinuma, intanto, crolla una diga, liberando così un fiume d’acqua che cancella l’intera città di Sukagawa. Ad Onagawa, invece, prende fuoco l’impianto nucleare e mostra pericolosi segni di cedimento anche quello di Fukushima. Il governo nipponico dapprima minimizza, poi non può più negare la fusione del nocciolo nei reattori 1, 2 e 3 ed è costretta a correre ai ripari, chiedendo l’aiuto di tutte le potenze internazionali. Alla fine, il bilancio è pesantissimo: quasi 16 mila morti, più di 4500 dispersi e 5 mila feriti, danni incalcolabili alle infrastrutture, agli edifici, all’ambiente, spostamento dell’asse terrestre e delle coste giapponesi verso Est, con evidenti ripercussioni sul fondale marino. Ci vorranno almeno 40 anni per cancellare tutte le tracce lasciate dalle scorie radioattive.
SPORT – 11 marzo 1978. 39 anni fa, ad Abidjan, capitale della Costa d’Avorio, nasceva Didier Yves Drogba Tébily, uno degli attaccanti più forti di sempre. Ha legato il suo nome in maniera quasi indissolubile al Chelsea, club di cui ha vestito la maglia dal 2004 al 2012 e poi, di nuovo, nel 2014/15, vincendo 4 Scudetti, 4 Coppe d’Inghilterra ed una Champions League e diventando il primo calciatore africano a raggiungere quota 100 reti in Premier League. Inoltre, ha giocato con Olympique Marsiglia, Shanghai Shenhua, Galatasaray e Montreal Impact, mentre, a fronte di 65 gol in 105 presenze, è il miglior marcatore della storia della Nazionale ivoriana, con la quale ha perso due finali di Coppa d’Africa (2006 e 2012) e partecipato a tre Mondiali (2006, 2010 e 2014).
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