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Il doppio ex Sforzini: “Giovedì ho portato mio figlio per la prima volta all’Olimpico. Udinese? Non farei giocare…”
SFORZINI LAZIO UDINESE – Ferdinando Sforzini, doppio ex di Lazio e Udinese, ha parlato ai microfoni di Radio Incontro Olympia…
SFORZINI LAZIO UDINESE – Ferdinando Sforzini, doppio ex di Lazio e Udinese, ha parlato ai microfoni di Radio Incontro Olympia della gara di domenica, di quella di giovedì contro il Salisburgo e di Ciro Immobile: “Ero presente con mio figlio di 4 anni allo stadio contro il Salisburgo giovedi sera, per lui era la prima volta. L’Olimpico era da brividi, come e più di un derby, il secondo tempo è stato esaltante, la Lazio ha vinto meritatamente trascinata dal suo pubblico straordinario, il dodicesimo uomo in campo”.
UDINESE – “L’Udinese? Società modello già da quando ero io lì, sono all’anno zero e stanno pagando l’alternanza dei risultati. Tuttavia credo che Oddo riuscirà a risalire la china, magari non da domani. Fossi in Simone Inzaghi, che stimo e ammiro sempre di più, contro i friulani, senza mai sottovalutarli, risparmierei Luis Alberto ed Immobile, i quali oltre che comprensibilmente stanchi sono anche e soprattutto diffidati in vista del derby”.
IMMOBILE – “Il mio amico Ciro quanta strada ha percorso da quando giocavamo in coppia in serie B a Grosseto. Già allora si procurava le occasioni da rete praticamente da solo, con i suoi movimenti e le sue intuizioni. Col passare degli anni, ha migliorato nettamente la sua capacità realizzativa ed i numeri in Italia e in Europa gli stanno dando ragione. Anche in queste ultime settimane, nonostante meno lucidità e brillantezza, Immobile ha continuato a segnare, ne parlavo in tribuna l’altroieri sera con il nostro Procuratore, visto che lo abbiamo in comune”.
FORMAZIONE – “Tornando a domani, io partirei con Felipe Anderson e Caicedo titolari. Il brasiliano dal primo minuto o addirittura ancor di più a gara in corso è un vero e proprio spacca-partite, mentre l’ecuadoregno si è meritato la fiducia dato si è fatto trovare pronto ogni qualvolta è stato chiamato in casa. Il resto sta al mister che sa come gestire il gruppo, e fino ad ora, visti i risultati, lo ha fatto con intelligenza, unità di intenti e spirito di appartenenza”.
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