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Parolo: “Nel mio primo derby ho capito cosa significa essere della Lazio”
LAZIO ROMA PAROLO – Sabato sera allo stadio Olimpico andrà in scena il sentitissimo derby…
LAZIO ROMA PAROLO – Sabato sera allo stadio Olimpico andrà in scena il sentitissimo derby della Capitale. Marco Parolo, intervistato da Dazn, ha raccontato sensazioni e curiosità sulla preparazione del match.
DERBY – “La differenza col derby la noti quando fai il riposino pomeridiano: a volte dormi 2 ore, in questo caso invece 30-40 minuti e ti svegli perchè sei adrenalinico. Faccio fatica anche a sentire le persone perchè mi isolo molto”.
AMICI ROMANISTI – “Nella settimana del derby non si sente nessuno. Ci si saluta a fine partita, poi succede sempre che chi vince va a salutare quello che perde, che chiaramente non ha voglia di salutarlo”.
SCAMBIO DI MAGLIE – “Io sono un po’ reticente a farlo in campo. Preferisco farlo negli spogliatoi, sotto la curva preferisco andare con la maglia della Lazio”.
MENTAL COACH – “Non ho mai pensato di usare una figura del genere. Ho fatto un mio percorso, ho vissuto alti e bassi e ho avuto la forza di capire i miei errori e il perché li abbia fatti. Alla fine devi fare delle grosse analisi su te stesso, confrontandoti con allenatori e giocatori più esperti, perché poi in campo devi rispondere tu delle tue azioni, non puoi appoggiarti a una figura esterna”.
SETTIMANA – “Nella settimana del derby a Roma cambiano gli occhi delle persone. Si trasformano, diventano adrenalinici, qualcosa di molto intenso e quando poi vieni a vivere qui, in qualche modo lo fai tuo”.
DERBY DA TIFOSO – “Energia, perché è una partita che ti prosciuga, se fossi un tifoso a fine derby avrei bisogno di tre giorni di riposo”.
DERBY DI ROMA –“Non puoi capire la città se non vivi almeno un derby e poi speranza, quella di vincere ovviamente. Critiche? È giusto che la gente critichi, fa parte del nostro mondo, ma tu devi saper tenere un tuo equilibrio. Ricordo il primo anno di Pioli, contro la Sampdoria in casa durante il riscaldamento avevo sentito qualche fischio per dei tiri fuori, poi in partita ho segnato e a fine stagione sono arrivato a 10 gol. Sono momenti in cui devi saper tirare fuori qualcosa in più”.
VIAGGIO IN PULLMAN – “Ripetiamo la routine di tutto l’anno, chi mette sempre la stessa musica, chi manda messaggi alla moglie, chi gioca al cellulare, vedi le stesse facce e cerchi di rifarlo. Nel derby c’è una playlist, in altre partite magari no. Ci sono alcune canzoni belle che mi caricano e mi servono anche quelle.”
SPOGLIATOIO – “Sto analizzando tutte le posizioni in campo sui calci piazzati, pro e contro, come lo sciatore nello slalom… la mia testa è concentrata in questo modo.”
PRIMO DERBY – “Il mio primo derby è stato incredibile: abbiamo fatto riscaldamento sotto la Curva e ci ha dato un’energia che non so spiegare e lì ho capito cosa significa essere della Lazio e fare il derby per la Lazio”.
TUNNEL – “Tunnel e si intravede il campo: bello, poi soprattutto quando giochiamo in casa e si sente il nostro inno e ti viene voglia di cantarlo. Quella carica che ti dà quando scendi in campo cantato da tutta la gente, sei sul terreno di gioco e lo senti cantare penso sia una delle parti più belle del calcio.. Penso a mio nonno che non c’è più che diceva che ero una ‘puntina’ perchè calciavo sempre di punta, e dico: speriamo di calciare di punta e far goal”.
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