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Lotito a 360 gradi: l’intervista su Milinkovic, Champions e Scudetto
Claudio Lotito è il presidente della Lazio dal 19 luglio 2004, il secondo più longevo nella storia…
CLAUDIO LOTITO – Claudio Lotito è il presidente della Lazio dal 19 luglio 2004, il secondo più longevo nella storia del club biancoceleste. Il patron ha rilasciato un’intervista al Corriere dello Sport parlando dei suoi 15 anni (domani) da presidente, dell’obiettivo Champions e perché no, anche di un possibile Scudetto nel futuro di Inzaghi. Di seguito l’intervista.
PRIMO RICORDO DEL 19 LUGLIO 2004 – “Erano giornate frenetiche, avevo preso l’impegno di salvare la società. Da tutti era ritenuta una sfida impossibile da portare a termine. Questo è un pazzo, mi dicevano, ma vedevo l’entusiasmo della gente”.
GIORNO E NOTTE NEL CALCIO – “Non avevo altra scelta. Arrivai a lavorare 23 ore al giorno, uscivo alle 6 di mattina dall’ufficio, davo appuntamenti alle 2 di notte. Presi 9 giocatori l’ultimo giorno di mercato. Quel giorno comprai Siviglia e Rocchi, che ha fatto la storia con i suoi gol. Oggi Rocchi allena il settore giovanile e ha fatto un altro salto in avanti come è accaduto per Inzaghi“.
LAZIO E I DEBITI – “Dissi che dopo aver trovato la Lazio al funerale, l’avevo portata in coma irreversibile e avrei dovuto renderlo reversibile. La salvezza vera si realizzò attraverso l’accordo con l’Agenzia delle Entrate, avevamo 140 milioni di debiti con il Fisco. Fui il primo a ottenere la transazione. Ci tengo a dirlo: non era una legge fatta ad hoc per Lotito ma esisteva dal 2002. Restavano altri 450 milioni di debiti”.
IL MARCHIO LAZIO – “Da quando avevo 5 anni, contrariamente alle mitologie e alle false considerazioni, sono tifoso della Lazio. Volevo diventare presidente e trasmetterle i miei indirizzi. Decidemmo per la rivalutazione del marchio, primi in Italia, in tanti ci hanno seguito. Oggi la società produce 10-15 milioni di utile l’anno”.
MILINKOVIC – “Milinkovic si trova bene alla Lazio noi siamo ben contenti di averlo. L’anno scorso sono riuscito a respingere tutti gli assalti, quest’anno si potrebbe proporre un problema di rispetto se il giocatore dovesse prospettare una soluzione diversa. Dicamo così: potrei avere meno armi per respingere gli attacchi”.
CHAMPIONS – “Lavoriamo per far si che approdi nell’olimpo del calcio internazionale. Potevamo raggiungere la Champions l’anno scorso e due anni fa, ma abbiamo vinto dei trofei, la strada è giusta”.
PREMIO SCUDETTO – “Quello che è successo in Inghilterra con il Leicester può accadere in Italia. Servono lavoro, organizzazione, idee, spirito di sacrificio e certi risultati si possono raggiungere, magari con molta più fatica e un sapore diverso”.
RADU – “Sono un cattolico praticante e c’è la famosa parabola del figliol prodigo. Esistono l’interesse della società e del gruppo. Se si perde di vista questa visione prevale l’egoismo. Si può raggiungere il cammino solo sommando le potenzialità”.
LO STADIO – “Il tema verrà affrontato presto. Non l’ho affrontato volutamente alla premiazione in Campidoglio. Dobbiamo fare una proposta, confrontarci con l’amministrazione con la giusta sensibilità”.
IL SOGNO – “Conseguire il massimo dei risultati, accrescere il palmares della Lazio, la credibilità, l’orgoglio di essere laziali. Non siamo meteore. Siamo stabili, non solo nella storia del club, ma nelle intenzioni”.
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