CORONAVIRUS
EDITORIALE di Paolo Cericola: siamo nel Paese del “Così è…se vi pare”. La farsa dei rinvii e la poca credibilità dell’Italia…
EDITORIALE PAOLO CERICOLA – Diciamolo chiaramente ormai si viaggia a vista. Ormai ciò che è certo oggi fra poche ore può essere smentito, modificato e ribaltato. Ma ormai siamo abituati, siamo in Italia, il Paese dove ‘così è’ (se vi pare…) di lontana ma attualissima memoria Pirandelliana. Ma cerchiamo di fare un po’ di ordine, se possibile e soprattutto cercare di dare una logica a ciò che decisamente non ha.
Il momento delicato in Italia: dal coronavirus al calendario di Serie A
L’Italia versa in un momento delicato. Questo è certo. Siamo stati fra i primi ad intervenire, probabilmente in maniera eccessivamente allarmistica, su un delicato tema: la salute. Davanti ad una crisi internazionale, davanti alla paura seria di un contagio si sono prese misure drastiche. Sin qui, tanto di cappello. Ma davanti ad un pericolo simile ci si aspetta una decisione unanime per tutti. Ed ecco la meravigliosa buccia di banana che ha fatto scivolare un po’ tutti. Perché, nella sfiga di una situazione drammatica, il calendario del nostro campionato aveva beffardamente collocato la partita delle partite, la sfida per eccellenza, il derby d’Italia, Conte all’Allianz Stadiium, in sostanza semplicemente Juventus – Inter. Ed allora una logica che sembrava anche banale, si gioca tutti a porte chiuse, è diventato il teatro di decisioni ondivaghe a seconda dell’orto da coltivare.
Quando il Governo decide, lo sport si adegua. Ma…
Siamo chiari. Da quando c’è Sport e Salute l’autonomia dello sport di fatto non esiste più. Se c’è il Governo che decide, lo sport di adegua. Autonomo di cosa? Quindi il Basket, parliamo di professionisti, si ferma, il calcio forse, ni, so, boh…o meglio cerca di chiudere una falla che ad ogni decisione diventa più grande tanto da far scattare tecnici seri e difetti nelle dichiarazioni come Gattuso e Liverani. In alcune regioni quindi si ferma la macchina, ma solo in Serie A. Tutto il Nord è attenzionato, ci sono criticità importanti, ma a Venezia e Cittadella si gioca mentre ad Udine no: distanza circa 140 km.
L’assurda decisione di far giocare il 13 maggio
La ciliegina sulla torta arriva dalla iniziale decisione di far giocare le gare sospese il 13 maggio, cioè 11 giorni prima della fine della stagione quando ciò tutto può essere già deciso. Si parla dell’immagine della Nazione da tutelare nel mondo…peggio di così! Passiamo per gli untori. Piovono disdette su alberghi, ristoranti, manifestazioni e la nostra economia vacilla: non c’era proprio bisogno di questa ulteriore scossa verso il basso.
La non credibilità dell’Italia e le parole del presidente Cellino
Quello che è mancato in sostanza in questo ‘teatro’ che ci regalerà ancora delle pagine memorabili, stiamone certi, è stata la decisione unica ed unanime. Quella che avrebbe lasciato credibilità a tutto il sistema e che il Presidente del Brescia, Cellino, ha sottolineato oggi con grande chiarezza: si doveva giocare a porte chiuse, aggiungendo che ‘chi dice che senza pubblico sei penalizzato, dice cazzate. Ho giocato un anno e mezzo a Cagliari senza pubblico ed ho vinto più partite che con lo stadio pieno’. Ma in calendario non c’era Juventus – Inter…
Paolo Cericola
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