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AIC, Damiano Tommasi si dimette da presidente. Al suo posto il vice Calcagno
AIC – A sorpresa il presidente dell’assocalciatori Damiano Tommasi si dimette dall’incarico. Secondo quanto riporta La Gazzetta dello Sport l’ex, ormai, numero 1 del sindacato a tutela dei giocatori lascerà il posto al suo vice Umberto Calcagno che verrà nominato ufficialmente dalla federazione. Questa la lunga lettera pubblicata da Tommasi sul sito dell’AIC.
L’addio
“Ciao a tutti, con queste righe vi voglio idealmente abbracciare e ringraziare.
Oggi con le dimissioni dalla carica di consigliere e Presidente dell’AIC si chiude per me un percorso iniziato con l’ingresso nel Consiglio Direttivo nel lontano 1999. Non è stato per nulla semplice nel 2011 prendere il testimone da Sergio Campana, dopo 43 anni di storia, con il rischio di rovinare il lavoro svolto fino a quel giorno. I momenti complicati sono stati tanti e ne siamo usciti con l’unione e il gioco di squadra.
Tra i più complicati il calcio scommesse nel 2011, lo sciopero della Serie A all’inizio della stagione 2011/2012, la tragedia in campo di Piermario Morosini ad aprile 2012, la riforma della Lega Pro con la proclamazione dello sciopero, le ripetute elezioni federali, lo sciopero della Serie A femminile revocato all’ultimo nel 2015, la mancata qualificazione mondiale per i ragazzi del 2018, la mia candidatura federale e i mesi di quarantena che ancora ci stanno mettendo sotto pressione.
La squadra ha dovuto fare fronte comune e stringere le fila. Oggi è proprio l’unione che serve ed è per questo che ritengo utile per AIC, ma soprattutto per calciatrici e calciatori, lasciare gli incarichi di consigliere e di Presidente. Quando accettai di candidarmi chiesi che fosse cambiato lo Statuto con l’inserimento del limite ai mandati per il Presidente (al massimo tre di 4 anni anche non consecutivi). Avere un “limite” è condizione essenziale per motivare e spingere a fare. Così è stato per me e sono contento di aver accelerato su tante iniziative.
Questo mio ultimo mandato sarebbe dovuto terminare con le elezioni dello scorso 27 aprile. Purtroppo anche quelle sono finite in quarantena e abbiamo dovuto posticiparle. Come già detto, però, la nostra Associazione ha bisogno di unione e voce univoca. Nell’ultimo periodo non è stato sempre così e per questo è bene che non ci siano divergenze all’interno della cabina di comando in vista dei prossimi appuntamenti. Alcune mie idee e dichiarazioni, alcune riflessioni e iniziative sono state, negli ultimi mesi, troppo spesso motivo di discussione e contrapposizioni interne. L’AIC non se lo può permettere in questo momento.
Nel prossimo futuro si dovranno mettere al centro calciatrici e calciatori senza lasciarsi distrarre troppo da AIC e dalle sue dinamiche. Sembra contraddittorio ma è una differenza tanto sottile quanto fondamentale. Pensare troppo ad AIC rischia di far perdere unione, forza e indipendenza. Per qualcuno suonano come parole vuote ma sono valori vitali da difendere e lo si riesce a fare solo attraverso la partecipazione e il coinvolgimento verso posizioni unitarie di calciatrici e calciatori. Questo cambio al novantesimo, quindi, va visto nell’ottica di voler togliere qualsiasi elemento di disturbo nella quotidianità dell’Associazione. È questa, però, anche l’occasione, come detto all’inizio, per un saluto e un ringraziamento a tutti quelli che ci hanno permesso di avere un’Associazione forte e soprattutto indipendente e a voi che, insieme a quanti hanno vissuto l’AIC negli ultimi 9 anni, mi hanno aiutato nel delicato ruolo di Presidente a difenderla e a mantenerla “delle calciatrici e dei calciatori”.
Nel bilancio di un percorso le cose positive sono esageratamente di più dei passi falsi e di questo mi sento soddisfatto e in debito con tutti quelli che hanno permesso di raggiungere determinati obbiettivi. Sarebbero pagine da riempire che non ho qui modo e tempo di fare, ci sarà occasione per farlo.
Per ora, quindi, grazie grazie grazie… dell’attenzione, dell’appoggio, delle critiche e dei consigli.
Buon finale di stagione e in bocca al lupo!”
Damiano Tommasi”.
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