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Coronavirus, Taccone: “Noi analizziamo tre geni anziché due. I calciatori della Lazio scesi in campo con il Torino erano negativi”

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CORONAVIRUS TACCONE LAZIO – Il discorso relativo ai tamponi intorno al mondo Lazio continua a tenere banco. Nel frattempo, il presidente del CdA della Futura Diagnostica, laboratorio che processa i tamponi biancocelesti, Massimiliano Taccone ha spiegato al sito ilciriaco.it, e poi anche all’Ansa e a Rai Sport, la situazione legata ai test effettuati nei confronti dei giocatori capitolini. Di seguito le sue parole, che vanno a dare qualche dettaglio in più rispetto ai tamponi che vengono eseguiti.

Taccone sul lavoro fatto in laboratorio

“Noi analizziamo 3 geni e non soltanto i 2 geni classici. Tra questi, c’è un gene della famiglia Coronavirus che non è però specifico del Covid-19. Dunque, con i nostri laboratori, segnaliamo il gene positivo, ma questo non è un gene che infetta. Non vogliamo entrare nel merito, abbiamo specificato la positività di questo gene e cosa comporta, poi se far giocare un calciatore o meno non dipende da noi, ma dallo staff medico della società in questione. Di certo alla Lazio non sono sprovveduti, sanno quello che fanno”.

I risultati dei tamponi dei biancocelesti

“Tutti i calciatori della Lazio scesi in campo domenica a Torino sono risultati negativi ai tamponi effettuati nei due giorni precedenti, il 30 e 31 ottobre. Nei successivi test effettuati lunedì 2 novembre un solo calciatore ha riportato una bassa carica virale relativa al gene N, che è un gene non specifico del Covid, ma appartenente alla famiglia più generica del Coronavirus. Mentre gli altri due dei tre che non sono partiti per San Pietroburgo, e che per i laboratori Uefa sono positivi, ai nostri esami sono del tutto negativi al Covid“.

Il lavoro dei laboratori Uefa

“Non mi permetterei mai di mettere in discussione il lavoro dei laboratori Uefa, ma non è la prima volta che i risultati non coincidono. E comunque faccio presente che parliamo di una discordanza su 2 dei 122 tamponi che abbiamo eseguito lunedì sul gruppo Lazio. Già prima della gara di Champions col Borussia del 20 ottobre c’è stato un caso di presunta positività (negativo per noi) rispetto al quale l’Uefa ha rivisto il proprio giudizio dopo aver rifatto l’esame. Pensiamo possa essere successa la stessa cosa per questi due giocatori che a noi risultano negativi e a loro positivi. Su numeri così grandi può succedere. Per quello che ci consta, la Lazio ha rispettato i protocolli alla lettera”.

La cautela della Lazio

“Se la squadra fosse stata mia avrei fatto giocare Immobile anche in Russia. Ma la Lazio, che ha sempre rispettato i protocolli al cento per cento, ha preferito la cautela”.

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