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Caicedo: “Mi sento sereno e amato. Il lavoro e i sacrifici pagano sempre”

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CAICEDO LAZIO – Felipe Caicedo è senza dubbio l’uomo del momento in casa Lazio. La sua capacità di decidere le partite negli ultimi minuti ha fatto innamorare i tifosi. Il Panterone si è sempre fatto trovare pronto, soprattutto in un periodo in cui la presenza in campo di Ciro Immobile è tutt’altro che scontata visti i problemi legati ai tamponi della Scarpa d’Oro. L’ecuadoriano è intervenuto ai microfoni dei canali ufficiali del club parlando a 360 gradi. Di seguito le sue dichiarazioni.

Caicedo sui gol nei finali

“Ora sono più consapevole dei miei gol da infarto. Ci ho sempre creduto, il lavoro e il sacrificio pagano sempre. Mi sento completo, non desidero più nulla”.

Il suo percorso

“A me toccò il Boca Juniors, poi però mi acquistò il Basilea. Da lì iniziò il mio sogno per l’Europa. E adesso sono alla Lazio: ho sempre desiderato giocare in Italia, in una squadra così forte. In Ecuador non è stato facile, anche se i miei genitori non mi hanno fatto mancare nulla. Ma è stata una fortuna scappare presto da lì, anche se una parte del mio cuore è ancora in Ecuador. Ho girato tanto, ma alla Lazio ho trovato la serenità: qui mi sento amato, mi sento vivo!”.

Il mister Simone Inzaghi

“Lo ammiro molto il mister, è sempre stato chiaro e onesto con me. E’ un vincente e ha portato tutti noi dove siamo adesso. Sa gestirci bene e riesce a fare gruppo, questa è sicuramente una delle sue qualità migliori”.

Ciro Immobile e Cataldi

“Mai visto uno con la fame di Ciro. Lui è il nostro leader, la nostra bandiera. E’ una persona molto umile. Cataldi? Anche da lui ho imparato molto, spesso stiamo in panchina insieme e quindi abbiamo il tempo di chiacchierare (ride ndr.)”.

La sua carriera alla Lazio

“Ho vissuto dei momenti brutti, altri molto esaltanti. Sono orgoglioso di me. Il primo anno è stato complicato ma, una volta superate le difficoltà, è andato tutto bene. Sono riuscito a vincere 3 trofei su 4: ricordo bene la finale con l’Atalanta quando feci l’assist più brutto della mia vita a Correa e poi lui ricambiò il favore con la Juve. Giocare all’Olimpico è sempre un’emozione, poi le scenografie della Curva sono uno spettacolo”.

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