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Giannichedda: “La Champions toglie energie, ma la Lazio sta bene. Luis Alberto è la spina dorsale della squadra”
LAZIO UDINESE GIANNICHEDDA – Ha vestito la maglia biancoceleste per 138 volte tra il 2001 ed il 2005, entrando nei cuori di tutti i tifosi per grinta ed abnegazione in mezzo al campo. Giuliano Giannichedda, ex centrocampista della Lazio, è stato intervistato dal club capitolino in vista della sfida tra la formazione di Simone Inzaghi e l’Udinese che l’ex giocatore vivrà da doppio ex.
Giannichedda su Lazio Udinese
“Sarà una partita difficile per entrambe. La Lazio sta bene di testa, la vittoria contro lo Zenit è stata fondamentale. La Champions League però toglie molte energie, soprattutto a livello psicofisico. Inzaghi probabilmente ricorrerà anche ad un po’ di turnover, vista la decisiva sfida di mercoledì contro il Borussia. L’Udinese invece ha vinto una gara importante contro il Genoa, è una squadra con delle qualità notevoli, soprattutto a centrocampo. Giocare ogni tre giorni è dura a livello mentale. La qualità più grande della Lazio però è quella di non mollare mai, come si è visto anche l’anno scorso. Le rimonte danno morale”.
Le qualità della Lazio
“La Lazio dopo il lockdown ha patito l’assenza di Leiva, un equilibratore molto intelligente. Capisce sempre dove andare, grazie a lui la Lazio può permettersi due mezzali offensive come Milinkovic e Luis Alberto. Lo spagnolo è la spina dorsale della Lazio, insieme ad Acerbi, Immobile e Leiva. Fino ad un anno fa era discontinuo, arretrando il proprio raggio d’azione è diventato ancora più decisivo, mixando corsa e qualità. Giocare più indietro ha aiutato anche De Paul, che però mi piacerebbe molto vedere in una big, in una piazza con più pressioni, dove potrebbe fare il definitivo salto di qualità”.
Una sfida da doppio ex
“Ho avuto la fortuna di provare due situazioni diverse. Ad Udine sono diventato uomo, è stata la mia prima esperienza lontano da casa. Ho vissuto sei anni intensi, vedendo la crescita dell’Udinese, passata da faticose salvezze alle qualificazioni europee. Nella Lazio invece mi sono consolidato, ho capito cosa significasse giocare per lo scudetto, sono stati anni bellissimi. Avevamo un gruppo unito, ci sentiamo ancora oggi. Quando c’è uno spogliatoio forte, si vede in campo. Ricordo con grande orgoglio il derby del 3-1 del 2005, ma non saprei scegliere un momento, ho vissuto ogni tipo di Lazio. La certezza è che ho sempre dato tutto per ripagare l’affetto dei tifosi”.
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