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Paparelli, il figlio Gabriele: “Basta con gli insulti, gradirei che intervenisse la Roma”
PAPARELLI GABRIELE ROMA – “Non serve più querelare, ormai mi resta solo farvi vedere chi sono… Non è che quando perdiamo noi ci mettiamo a insultare… Sono fatti così”. Questo è quanto ha scritto Gabriele Paparelli, figlio di Vincenzo, sul proprio profilo Facebook. Dopo l’ultimo derby vinto dalla Lazio, infatti, alcuni sostenitori della Roma hanno nuovamente tirato in ballo la morte del padre, tifoso biancoceleste, insultandolo. L’uomo è stato ucciso da un razzo scagliato da un ultrà giallorosso. Da quel giorno, la tragedia è spesso rievocata ed utilizzata come offesa. Per questo motivo, Gabriele ha voluto esprimere tutta la sua rabbia non solo sui social, ma anche ai microfoni di Radio Incontro Olympia.
Intevista Gabriele Paparelli: sulle offese ricevute
“Adesso basta, non ne posso più, mi sta ribollendo il sangue. Voglio vivere la morte di mio padre, il mio lutto, in pace con la mia famiglia. Ero tanto felice per il derby vinto dalla Lazio, ma ho dovuto assistere all’ennesima scritta, all’ennesimo post infamante nei confronti di mio padre. Ho tanta rabbia, che delusione. Sono 40 anni che giro con la bomboletta in macchina per cancellare scritte su razzi e cose come ’10 100 1000 Paparelli‘. Ho querelato migliaia di persone, denunce che non hanno avuto seguito. A questo punto gradirei che intervenisse l’As Roma, che mi invitasse a parlare, che faccia un appello ufficiale, un comunicato. Basta, non tollero più nulla. Sono arrabbiato, ma anche deluso. I morti vanno lasciati in pace”.
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