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Lazio-Torino: il caso della Asl piemontese
LAZIO TORINO ASL – Continua a fare rumore il caso di Lazio e Torino che, intanto, si promettono battaglia dentro e fuori dal campo. Quello che lascia perplessi riguarda la ricostruzione della dinamica granata riportata da Il Tempo.
L’inizio della vicenda
Stando ai fatti, tutto ha inizio il 23 febbraio. In questo giorno, la Asl di Torino ha disposto la quarantena e il successivo divieto di allontanamento dal domicilio, a causa dei tanti positivi riscontrati. Tale disposizione scadeva, aveva una durata di sette giorni e sarebbe dovuta scadere l’1 marzo a mezzanotte. Così facendo, i granata – risultati negativi – si sarebbero potuti presentare all’Olimpico per disputare la gara contro la Lazio. Il 28 febbraio, però, i giocatori del Torino hanno interrotto l’isolamento per effettuare degli allenamenti individuali, autorizzati a posteriori dalla Asl l’1 marzo con formula retroattiva.
La ricostruzione finale
Le parole di Dal Pino riguardo alla fine della quarantena, però, portano il club di Cairo a rivolgersi nuovamente alla Asl, la quale predispone un nuovo provvedimento – datato sempre 1 marzo – il quale afferma che l’isolamento disposto lo scorso 23 febbraio, era in vigore dal 24 febbraio, ammettendo così che i giocatori si potessero muovere il giorno 23, nonostante il rischio del contagio. Sarebbe questo il problema che mette in difficoltà il club granata, il quale non vuole farsi comminare la sconfitta a tavolino. La Lazio, dal canto suo, ravvisa una violazione delle norme federali in materia di principi di lealtà e probità. In ogni caso, il Giudice Sportivo ha preso tempo e si attende la pronuncia in primo grado, ma resta probabile che la faccenda che si trascini fino al terzo grado di giudizio.
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