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Immobile: “Siamo fiduciosi per l’Europeo. Messi e Ronaldo i più forti che ho affrontato”
IMMOBILE FIFA MIKESHOSHA – Questa sera Ciro Immobile partecipa ad una live su Twitch insieme a MikeShowSha. L’attaccante della Lazio, insieme al noto youtuber, giocherà a Fifa e con l’occasione ha anche risposto ad alcune domande. Non è mancata la battuta sul suo periodo poco felice dal punto di vista realizzativo. “Passami la palla davanti alla porta che mi devo sbloccare, ormai sono sette partite” è quello che ad un certo punto ha detto scherzando il bomber napoletano.
Intervista Immobile: sulla sua giornata tipo
“Sono tranquillo, stavo vedendo Juventus-Napoli. Mi piace giocare a Fifa, quello che amo di più è Formula Uno. Stacco un po’ la spina da quello che faccio quotidianamente, mi rilassa, mi diverto. La mia giornata tipo? Quello che t’ammazza di più sono i viaggi e il resto, partite e allenamenti sono la cosa migliore. Con la Nazionale abbiamo dovuto fare delle trasferte impegnative. A livello organizzativo tutto bene, anche se siamo molto limitati dal Covid“.
Sulla mancanza dei tifosi allo stadio
“Ci sono state partite da pienone quest’anno. A noi mancano tanto i tifosi. Quando devi recuperare una partita, col pubblico che ti dà una spinta, hai una motivazione in più. Adesso è la stessa cosa giocare in trasferta e in casa. Sono quel tipo di giocare che quando va in trasferta e viene fischiato, si carica ancora di più. C’è qualcuno più freddo, che subisce l’assenza ma non più di tanto. I giocatori che vogliono il calore del pubblico, sono limitati. Io sono così. Questa mattina abbiamo festeggiato Radu, era anche un po’ commosso. È stato emozionante”.
Sulla Scarpa d’Oro
“Scarpa d’Oro? Non ho messo a fuoco fino a quando non me l’hanno consegnata. Vedi realizzati tutti i tuoi sogni, sono soddisfazioni. Ti dici: il lavoro che ho fatto ha pagato. Il problema dei rigori per l’attaccante è che hai tutto da perdere, se il portiere lo para, diventa un eroe. Ne ho tirati parecchi negli ultimi minuti, quando il pallone pesa dieci chili. Mia mamma non li guarda. Quando sta a casa va al giardino, quando sta allo stadio se ne va nell’area quella del buffet. Perché il numero 17? L’ho preso quando giocavo a Pescara, non si potevano usare numeri oltre il 25. Mi sono trovato bene, m’è piaciuto. L’ho confermato quando ho conosciuto Jessica, perché lei è nata il 17 luglio”.
Sul disputare partite ravvicinate
“Quest’anno è stato un po’ difficile, non c’è stato un inizio e una fine. Poi in generale la stanchezza la gestisci con i nutrizionisti, fisioterapisti. Non uscirai mai dal campo senza una botta, un acciacco. Il lavoro che c’è intorno a noi è fondamentale. Più o meno botte col Var? Uguale (ride, ndr). Solo che ora le vedi di più. Hoedt? È un bravo ragazzo, parla poco. Si dedica molto alla cura del corpo, un professionista. Sta sempre in palestra. Nello spogliatoio tutti parlano benissimo italiano. Muriqi è quello arrivato da meno tempo, capisce tutto ma parla il giusto. La costruzione della frase te la sa fare, e non è neanche semplice. Come gestisco la notorietà? Sono molto disponibile, aperto. Cerco di fermarmi con tutti. Chi è educato, può dirmi anche che sono scarso”.
Sul giocare in Nazionale con ragazzi che nelle competizioni per club sono avversari
“Di solito quello che facciamo in campo rimane lì. Se stai in Nazionale insieme è difficile che succeda qualcosa, anche se in passato qualche scaramuccia, qualche scoria c’è stata. Magari quando stai in squadre che lottano per la stessa posizione o si affrontano nei derby. Quando indossi la maglia dell’Italia però hai gli allenatori che non vogliono vedere comportamenti sbagliati per il bene della Nazionale. Ed è giusto così”.
Sulla Nazionale
“Noi abbiamo molta fiducia. I risultati ti portano fiducia, abbiamo fatto un percorso di qualificazione agli Europei e quello alla Nations League, sono stati entrambi belli, importanti ed emozionanti. Hanno riportato un po’ di entusiasmo. Perciò abbiamo molta positività per quanto riguarda l’Europeo. Siamo un gruppo unito anche se ci vediamo poco. Ci stiamo divertendo, nelle ultime partite avremmo potuto fare molti più gol, ma le occasioni l’importante è avercele, quando non le hai ti devi preoccupare. Questo gruppo è molto simile a quello che avevamo negli Europei in Francia con Antonio Conte in panchina. In quell’occasione giocammo bene e ci siamo divertiti. Non ci rimane niente a livello di risultati, ma le sensazioni e l’unione dello spogliatoio era bellissimo e anche quest’anno è così, c’è un bel mix tra giovani e meno giovani. Per vincere avremo bisogno di tutti i giocatori che vanno nella stessa direzione”.
Su Messi e Ronaldo
“Messi e Ronaldo sono i migliori giocatori contro cui ho giocato. Chi li paragona fa un errore, potrebbero giocare nella stessa squadra benissimo. Per noi è stata una fortuna vederli entrambi, ho avuto la possibilità di lottare con uno dei due per qualcosa di importante. Per me è incredibile vedere il nome di Ronaldo vicino al mio e poterlo superare. Una volta con Messi ci ho parlato e gli ho chiesto perché ha chiamato il terzo figlio Ciro e mi ha detto che era un nome che gli piaceva a lui e alla moglie. Ci ho giocato contro e ci ha segnato con due punizioni”.
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