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Pedro & co.: gli storici trasferimenti tra sponde del Tevere

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APPROFONDIMENTO LAZIO ROMA TRASFERIMENTI – Il blu e il rosso. Contrapposti dall’albore dei tempi, i due colori viaggiano su binari a tal punto paralleli che, in tante costruzioni della società, hanno assunto valore antitetico. Dal calcio balilla ai giochi da tavolo, gli esempi sono molteplici: non esistono sfumature, blu e rosso saranno sempre avversari. Nemici, come nella Roma pedatoria, dove se nasci biancoceleste o giallorosso, oltrepassare il Tevere e saltar sull’altra sponda è impresa coraggiosa, quasi, ma non, impossibile. Pedro Rodriguez Ledesma è, infatti, soltanto l’ultimo di una raccolta lista contenente i nomi di giocatori che sono riusciti a guadare il fiume del calcio capitolino.

Pedro e i suoi ‘fratelli’: dal rosso al blu

Se Pedro, l’iberico campione dalla bacheca stracolma di trofei, è l’ultimo, il primo a sfumar di biancoceleste il giallorosso fu Attilio Ferraris, un romano doc. Lo sgarbo fu epocale: il capostipite dei capitani della neonata AS Roma che passava alla Lazio. I dissapori con il presidente Sacerdoti erano ormai insanabili e l’offerta laziale di 150.000 lire accontentò tutti. Per trovare poi altri passaggi dal rosso al blu bisognerà attendere gli anni ’70, quando Sergio Petrelli e Franco Cordova riempirono, in maniera differente, le pagine dei quotidiani capitolini. Il primo visse in maglia giallorossa le stagioni più travagliate della sua carriera, occluso da un feeling mai sbocciato con Helenio Herrera: di qui il passaggio sull’altra sponda del Tevere, dove entrò a far parte di una squadra divenuta leggenda. Il secondo fu la risposta biancoceleste allo scippo Selmosson, se così si può dire. Alla fine della stagione ‘75/76’, il presidente della Roma Anzalone, pare a seguito di screzi tra i due, decise di vendere il capitano Cordova e intavolò una trattativa con l’Hellas Verona. Sentitosi tradito e scaricato dalla ‘sua’ squadra, il regista avviò così solerti trattative con la Lazio. Avvalsosi quindi dell’art. 31 delle NOF, dopo aver rifiutato il trasferimento in Veneto, il giocatore riscattò il proprio cartellino e si vestì di biancoceleste. Più tranquille e meno dense di strascichi, infine, le trattative che, ormai quarant’anni fa, videro il passaggio di un giocatore della Roma alla Lazio. Con i biancocelesti a far la spola tra purgatorio cadetto e Serie A e i giallorossi che vivevano uno dei periodi più vincenti della loro storia, furono Michele De Nadai, rientrato in uno scambio con Carlo Perrone, e Astutillo Malgioglio i postremi predecessori di Pedro.

Lo smacco Selmosson: dalla Lazio alla Roma

In principio fu Alessandro Ferri, a chiusura Carlo Perrone. Ma il trasferimento diretto più significativo dalla Lazio alla Roma fu quello di Arne Selmosson. Lo svedese, portato in Italia dall’Udinese, nel 1955 si trasferì nella Capitale, sponda biancoceleste. Dopo un biennio passato a bucare con costanza le reti delle squadre avversarie, la deludente stagione 57’/58’, combinata alla grave crisi finanziaria che stava attanagliando la società, cominciò a far sorgere l’ipotesi di vendere “Raggio di Sole”. Il 10 luglio 1958 dall’immaginario si giunse al concreto. Le delegazioni di Lazio e Roma si incontrarono in gran segreto per discutere i dettagli dell’incredibile trasferimento. E, alla fine dell’incontro, Selmosson venne ceduto ai giallorossi per 135 miliardi di lire, scatenando le dure proteste della tifoseria laziale. Una levata di scudi che, con altro esito, venne replicata parecchi anni dopo a seguito dell’annuncio della cessione di Giuseppe Signori.

Sfumature di blu e rosso: i trasferimenti indiretti

Detto dei pochi giocatori che, indotti o coraggiosi, hanno guadato direttamente il Tevere, si fa più lungo l’elenco di quelli volati altrove prima di tornare nella Capitale con l’una o l’altra maglia. I primi della lista furono Luigi Ziroli e Fulvio Bernardini. Poi Di Mauro, Galli, Pastore, Zaglio, Sulfaro e Lionello Manfredonia, transitato dalla Lazio alla Roma via Juventus. E ancora Di Biagio, Fuser, Muzzi, fino a giungere a vere e proprie leggende del firmamento laziale come Angelo Peruzzi e Sinisa Mihajlovic. Infine, a chiudere la sequela di nomi: Aleksander Kolarov. Il difensore serbo è l’unico, assieme a Selmosson, ad aver segnato in un derby con entrambe le casacche. Un record di non poco conto.  

Daniele Izzo

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