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ALLA LAVAGNA | Sterilità e infortuni: l’analisi tattica di Galatasaray – Lazio

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FOCUS LAZIO SPEZIA – Perde la Lazio, più che vincere il Galatasaray. Questa è la sacrosanta verità della Türk Telekom Arena. L’esordio in Europa League della squadra di Sarri è amaro, con una punta d’acido. I meccanismi, sebbene meglio oliati rispetti a San Siro, hanno faticato ancora a metter in moto la macchina biancoceleste. Al convesso, vero è che senza la frittata in coabitazione tra Lazzari e Strakosha forse si starebbe parlando di gusti più dolci.

Galatasaray – Lazio: Sarri ne cambia quattro

L’esordio nella competizione, che solo tre anni fa lo ha consacrato vincitore, ha visto Sarri confermare il 4-3-3, seppur con qualche cambio. Prima da titolare per Strakosha, al pari di Zaccagni. Ma non solo: rispetto a San Siro dentro anche il dinamismo di Akpa Akpro e la velocità di Lazzari. A completare l’undici di partenza, i soliti noti: Acerbi, Luiz Felipe e Hysaj in difesa; Leiva e Luis Alberto in mediana; Immobile e Felipe Anderson davanti. Terim risponde con un 4-3-3 camaleontico, capace di trasformarsi in un 4-5-1 come in un 4-2-3-1 grazie alle capacità atletico di Kerem, Morutan e Cicaldau.

La chiave tattica dell’incontro

“Il problema dei nostri tempi consiste nel fatto che gli uomini non vogliono essere utili, ma importanti”. Prendiamo a prestito questa campale citazione di Wiston Churchill per riadattarla, in ambito pedatorio, al momento della Lazio. Perfettamente nel mezzo di una transizione epocale, quantomeno dal punto di vista tattico, i biancocelesti, impazienti di uscire dalle sabbie mobili, hanno provato a sacrificare sull’altare del risultato l’utilità, ricercando sterili personalismi. Così il Galatasaray, apparso comunque inferiore dal punto di vista tecnico, è riuscito a tener a galla la partita e addirittura a vincerla grazie all’infortunio di Strakosha.

Galatasaray – Lazio: cos’ha funzionato?

“Rispetto a Milano, abbiamo fatto passi in avanti. Oggi abbiamo giocato una partita diversa da domenica, su un campo difficile, contro una squadra pericolosa, e non abbiamo mai sofferto”. Così Maurizio Sarri ha inquadrato l’infausto esordio della Lazio in Europa League. E forse non ha tutti i torti. Stante una sterilità offensiva combattuta dal solo ingresso di Pedro, la compagine capitolina è apparsa più solida, meno prestante il fianco alle folate avversarie, e ha effettivamente subito meno rispetto all’ultima uscita. Continuare a curare la fase difensiva infatti sarà il ‘save point’ dal quale far partire finalmente la nuova sessione di gioco.

Cosa migliorare in vista dei prossimi impegni

La lista, purtroppo per la Lazio, continua a essere lunga. Anzitutto la scintilla, l’amore e il gusto per il gioco che avevamo visto contro Empoli e Spezia, e che ultimamente si sono un po’ persi. Poi, venendo a temi più tattici, un maggiore accompagnamento in fase d’offesa. Sia in fase di possesso, che in transizione positiva, gli avanti biancocelesti si trovavano soli nel deserto avversario, senza supporto, senza sbocchi di gioco, senza soluzioni. Un invito a cena per i giocatori del Galatasaray, che altro non hanno dovuto fare che mantenere le posizioni e sbarrare la strade alle poche, e sterili, iniziative laziali.

Daniele Izzo

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