Simone Inzaghi e il biancoceleste nel destino

RASSEGNA STAMPA – Prima giocatore, poi allenatore nel settore giovanile e, infine, nuovamente la prima squadra. Sono passati 22 anni da quando le strade di Simone Inzaghi e della Lazio si incocciarono. Oggi, quasi una vita dopo, un nuovo incontro. Stavolta da avversari. Come il 13 settembre 1998, quando il piacentino, al debutto in Serie A, timbrò subito il cartellino contro i biancocelesti, attirandone le mire.

Inzaghi e la Lazio: un amore senza fine

Fu proprio quel Piacenza – Lazio, come ben scrive Il Corriere dello Sport tra le sue pagine, il momento nel quale scoccò la scintilla tra Simone Inzaghi e il club capitolino. Solamente qualche mese dopo, infatti, Sergio Cragnotti acquistò il giovane attaccante. E lì nacque ufficialmente un amore senza fine. Un amore che limitare ai trofei vinti è riduttivo, ma che da idea di quanto di buono è stato fatto prima da giocatore, poi da allenatore. Scarpini ai piedi, ‘Inzaghino’ ha contribuito alla vittoria di uno Scudetto, 3 Coppe Italia, 2 Supercoppa d’Italia, 1 Supercoppa Europea. Senza dimenticare nessuno dei gol, compresi i quattro in una sola partita contro il Marsiglia, che gli valgono il record societario in Champions League. Seduto in panchina, invece, i trofei sono tre, una Coppa Italia e due Supercoppe Italiane, ma i meriti molti di più. Dalla squadra riportata nella massima competizione europea dopo tanti anni al record d’imbattibilità (21 partite), senza dimenticare la miriade di giocatori rivalutati o lanciati. Questo, facendo un ‘bignami’ del ‘bignami’, è stato il cuore del rapporto tra Simone Inzaghi e la Lazio. Un cuore che oggi, nonostante veste il nerazzurro, tornerà a battere forte al suo ingresso all’Olimpico.

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