INTERVISTE
Parla il papà di Raul Moro: “Sognavamo questo momento. Sarri è una benedizione”
MORO PAPÀ SARRI – Raul Moro continua a trovare sempre più spazio nei piani di Maurizio Sarri. Fin dal suo arrivo nella capitale il tecnico toscano ha voluto subito puntare sul giovane attaccante spagnolo. In un’intervista riportata dal Corriere dello Sport, il padre del giocatore ha parlato del momento del figlio e del progetto biancoceleste.
l’Euforia del padre di Moro
“Sognavamo questo momento da tempo, è nato con il calcio nel sangue e da bambino portava sempre con se un pallone. I suoi idoli sono stati prima Sergio Ramos poi Cristiano Ronaldo. Quando aveva 4-5 anni nelle “Promesas de Albrera”. Già allora si vedeva qualcosa di diverso rispetto ai coetanei: il controllo di palla, la corsa. Chiaramente non si poteva immaginare che sarebbe diventato un calciatore professionista. Quando ha esordito mi sono commosso. È impossibile spigare cosa provi in certi momenti. Bisogna Sentirlo. So quanti sacrifici abbiamo fatto prendendo la macchina e facendo chilometri per andare a giocare partite o per allenarsi. Poi il distacco, difficilissimo. Quando si è trasferito in Italia è stata dura per noi, sapevamo che stava lottando per ciò che desiderava. Vedere la foto di quel giorno con lui, Ronaldo e Immobile è un qualcosa di eccezionale. Come padre non potrei chiedere di più”.
Su Sarri e il progetto della Lazio
“Ha trascorso solo un anno li perché è rimasto affascinato dal progetto Lazio. non ci ha pensato due volte ad accettare. Aveva una clausola molto alta e non pensavo che qualcuno l’avrebbe pagata davvero. La Lazio lo ha fatto ed è stato meraviglioso vedere la felicità di mio figlio. Penso che i risultati gli stiano dando ragione. Con Inzaghi non ha trovato tanto spazio ma penso che l’esperienza il Primavera l’abbia aiutato a crescere come professionista e come uomo. Poi l’arrivo di Sarri è stata una benedizione. Non solo per il 4-3-3, il modulo in cui ha sempre giocato Raul ma anche perché è un allenatore di livello mondiale. Mi ha sempre affascinato, amavo veder giocare a pallone le sue squadre. E adesso, con mio figlio in campo, ancora più di prima”.
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