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Lotito: “Ho dato mandato di rinnovare il contratto a Sarri”

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LAZIO LOTITO CENA DI NATALE DICHIARAZIONI – Tra Sergej Milinkovic-Savic e Ciro Immobile, anche il presidente Claudio Lotito ha parlato a margine della cena di Natale della Lazio. Di seguito le sue dichiarazioni alla radio ufficiale biancoceleste. interessanti quelle sul contratto di Sarri.

Lazio, le dichiarazioni di Lotito alla cena di Natale

“Sono il presidente di questa grande famiglia che è cresciuta molto dal punto di vista organizzativo e nella credibilità. L’altro giorno pensavo ai giocatori che hanno militato dal 2004 al 2006 ed hanno fatto la storia della Lazio perché nei momenti di grande difficoltà hanno sofferto e ottenuto dei risultati che proporzionati a quelli che facciamo ora sono altro che la Champions League. Ci sono tante persone qui che militano e lavorano nella Lazio prima della mia gestione. Ricordano come era organizzata e le difficoltà, la mancanza del pagamento degli stipendi. Un centro distrutto dove non c’era nulla senza un ristorante e con le panche di legno. Oggi faccio una riflessione alla luce di certi atteggiamenti. Alcune persone non hanno colto l’importanza di far parte di una grande famiglia che ha una storia che va oltre 100 anni e ognuno ha un ruolo, e che in questo ruolo ci si deve identificare dentro e dare il massimo“.

Sul momento della squadra

“La famiglia Lazio è cresciuta molto, ma alcune persone non hanno colto l’importanza di farne parte. Ognuno nel proprio ruolo, devono dare tutti il massimo. Spesso mi fermano persone per strada per chiedermi cosa succede, io rispondo che alcuni non hanno ancora capito dove sono. C’è gente che non si ricorda più dello spirito di gruppo, molti non colgono i sacrifici che si vanno. Ma bisogna rispettare il lavoro di tutti, c’è gente che vive per questa squadra”.

Rinnovo Sarri: parla il presidente Lotito

“Giustamente il mister diceva qui tutti parlano con l’Io e non con il noi. Io vorrei che in una famiglia di cui sono il padre fosse riconosciuto a ognuno il proprio ruolo, non solo i diritti ma anche i doveri e il rispetto per il lavoro di tutti. C’è gente che vive per voi, voi esistete perché qualcuno vi rende visibili sul piano del rispetto e della considerazione. Qualcuno di voi questo lo dimentica. Io ho incontrato un uomo che può fare la differenza nel mondo del calcio che è mister Sarri ritengo che sia uno che vive di passioni autentiche, che vive per il calcio non come elemento di sostentamento ma perché crede in certe situazioni è la sua passione. Se oggi qualcuno può pensare che il mister sia precario non lo è, vi dico che ho dato mandato al segretario di rinnovargli il contratto di altri due anni direttamente”.

Il rispetto delle regole: l’analisi del patron biancoceleste

“Per far capire che qui ci sono le regole che devono essere rispettate da tutti, noi siamo i primi che le rispettiamo come club. Vedete quello che sta succedendo nel sistema, e quando io lo dicevo dieci anni fa mi prendevano tutti in giro. È finito il tempo in cui il silenzio diventa assenso, oggi la gente deve dimostrare con i fatti quello che vale perché lo pretende, perché vi da e deve ricevere soprattutto nel mondo dello sport. Se uno non si applica non ottiene i risultati, evitiamo di dire ‘ah non è colpa mia perché non giocò qui si tratta di dimostrare con i propri atteggiamenti di dare il massimo”.

Un ricordo di Miroslav Klose

“Ricordo a Tare un fatto che è rimasto scolpito nella mente. Arriva Klose lo portammo a dormire al River Chateux ed era il suo compleanno, era con la moglie i figli, io e Tare, e gli feci una torta. Lui mi disse alle 23:10 “Presidente io domani mi devo allenare posso andare a riposare”, si è allenato con la Primavera il giorno dopo”. Klose finendo l’allenamento con la Primavera, è andato nella rete e ha raccolto i palloni uno per uno e li ha riportati dentro lo spogliatoio, ecco perché è diventato capocannoniere mondiale. Ecco che la differenza tra un giocatore normale e un campione è che il campione ha un valore aggiunto, c’è gente che rispetto molto per la loro sensibilità e responsabilità della quale ne vado orgoglioso. Non conta lo stipendio e quanti gol si fanno, conta l’atteggiamento giusto perché solo con questo si vince. Il problema è l’egoismo, l’individualità non di mentalità. Quando si perde la colpa è anche la mia perché ne sono responsabile. Bisogna avere la capacità di capire cosa stiamo facendo e di fermarsi e dire ‘ma mi sto comportando bene negli interessi di tutti o solo in quelli personali?’. Per noi bisogna vincere ma lo si deve fare con orgoglio e determinazione e con la consapevolezza di appartenere ad una grande famiglia”.

Non una ramanzina ma un appello: parola a Lotito

“Non è una ramanzina, ma un appello. Voi volete fare calcio o volete solo i soldi? Se volete solo i soldi non è questo l’ambiente giusto. Noi vi vogliamo rendere felici di fare calcio. Il pallone per tutti il calcio per pochi. Dovete fare in maniera di essere orgogliosi di fare questa famiglia. Noi siamo la Lazio e questo tutti lo dimenticano. Però ne godete i benefici di esserlo, sulla puntualità degli stipendi, sull’organizzazione. Da noi non ci sono cavalli di ritorno, se non meritate quest’ambiente è giusto che non ci stiate. Io punto su Sarri perché sono convinto che attraverso il suo comportamento di coerenza e determinazione si possono ottenere ottimi risultati, il tempo mi darà ragione ma soprattutto, nel farvi crescere sia sotto il punto di vista tecnico ma prima come uomini. Noi siamo una grande famiglia con delle regole che si devono rispettare. Voglio a tutti i costi portare avanti la crescita del sistema e del club. Non consentirò a nessuno di distruggere il mio operato. Sono diciotto anni che ricopro la carica di presidente, nessuno deve insegnarmi nulla. Io posso insegnarvi ad essere uomini”.

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