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Sabato al Barbera per sfatare il tabù “siciliano”
NUMERI E CURIOSITA’. La vittoria nella regione più meridionale d’Italia manca ormai da quasi due anni…
NUMERI E CURIOSITA’ – Sicilia: terra di folclore e tradizione, patria di alcuni dei più grandi artisti nostrani, da Verga a Pirandello, ma anche di tabù, che col calcio riescono sempre a trovare il loro giusto collegamento. E proprio di tabù si deve parlare quando si considerano le trasferte siciliane della Lazio degli ultimi anni. Sabato pomeriggio gli uomini di Petkovic apriranno la 21° giornata di campionato nell’anticipo pomeridiano contro il Palermo al ‘Renzo Barbera’ e la voglia di vendicare il pesante “tonfo” subito lo scorso anno, per l’esattezza il 19 febbraio 2012, è tanta. Un 5-1 che ancora brucia nel cuore dei tifosi e che fu imputato, in parte, alle “bizzarre” scelte che operò Reja, Ledesma perno della difesa a tre su tutte con l’inevitabile perdita di fosforo a centrocampo che ne conseguì. Ora come allora la situazione non sembra essere cambiata: anche Petkovic sta pensando di proporre la linea a tre, ma questa è un’altra Lazio, questo è un altro mister…
Tornando sul piano prettamente statistico, in quella stessa stagione, un mese dopo, i biancocelesti giocarono nuovamente in Sicilia: stavolta al Massimino di Catania. Il risultato fu sempre lo stesso ma lo score stavolta fu più clemente: gli etnei passarono grazie al gol di Legrottaglie, abile a sfruttare la dormita generale della difesa biancoceleste sugli sviluppi di un corner. Catania ancora amara quest’anno, dove il club capitolino dovette piegarsi alle reti di Gomez (2), Lodi e Barrientos. Questa sconfitta, insieme a quella del S.Paolo, rappresentano finora le uniche due macchie della stagione di Vladimir Petkovic che in queste gare ha visto la propria squadra affondare senza inerzia sotto i colpi degli avversari. Caso vuole che in entrambe le gare mancasse Alvaro Gonzalez ed i parziali finali non sono un caso: senza la grinta e la corsa del ‘Tata’, gli equilibri laziali vengono meno nel 4-1-4-1 disegnato dal bosniaco ad inizio stagione. La storia si stava ripetendo anche contro l’Atalanta domenica scorsa, fino a quando il “mago del trasformismo” Petkovic non ha deciso di cambiare: fuori Lulic e Candreva, dentro Cana e Floccari e via alla difesa a tre, con i risultati che tutti conosciamo. Dopodomani mancherà ancora l’uruguaiano e il tecnico laziale sembra intenzionato a partire col 3-5-2 fin dal primo minuto: l’impresa di presenta ardua fin da subito vista la concomitante assenza di Klose e lo spirito battagliero promesso dal presidente Zamparini per la gara (che per i rosanero rappresenta un fondamentale crocevia della loro stagione, fin qui disastrosa), ma questa Lazio ha dimostrato di saper stupire e con un Floccari in forma smagliante tenterà di replicare la prestazione del 17 aprile 2011, data che coincide con l’ultima affermazione biancoceleste in Sicilia: Catania-Lazio 1-4. In quell’occasione il bomber di Nicotera fu uno degli artefici del successo e chissà che la storia non si ripeti contro i “cugini” rosanero.
D.G.
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