INTERVISTE
Valentini: “Al di là dell’assenza di Immobile l’Italia ha poca qualità”
ITALIA INTERVISTA VALENTINI – L’Italia non è riuscita a vincere la Finalissima contro l’Argentina. Gli azzurri, infatti, hanno perso 3 a 0. L’ex dirigente della Figc Antonello Valentini ha commentato la situazione della Nazionale ai microfoni di Tuttomercatoweb.
Intervista Valentini: sulla Nazionale
“Credo che sia doveroso e utile criticare la Nazionale. Sarebbe inutile infierire però. Purtroppo, al di là delle assenze di Chiesa, Immobile, Insigne e via dicendo, c’è una povertà di qualità nella nostra Nazionale che è lo specchio della nostra Serie A. Ad oggi per l’attacco bisogna scendere al Sassuolo per trovare delle punte italiane, così come in difesa, visto che le big non hanno italiani. Bisogna ricostruire e ripensare non solo la Nazionale ma tutto il movimento. E nessuno si tiri fuori. A partire dal Decreto Crescita, che era nato con un altro intento. Mancini avrà anche delle responsabilità, la Federazione si sta muovendo con i raduni con i giovani. È partita una fase durissima di ricostruzione ma ci vorrà tempo”.
Su Gravina e Mancini
“Gravina non doveva dimettersi dopo l’eliminazione della Nazionale. Eravamo reduci dall’Europeo, la Federazione ha dovuto affrontare situazioni dure, sta lavorando per ristabilire una stabilità economica del calcio italiano. Se Mancini ha ancora entusiasmo, la voglia, le motivazioni, allora vada avanti. Se non ha questi stimoli, allora farebbe bene a fare un passo indietro”.
Sui giovani
“Non puoi imporre a delle società delle regole che facciano giocare i giovani. È un problema culturale. Alcuni giocatori che hanno vinto gli Europei hanno giovato poi ai club. I settori giovanili oggi sono pieni di stranieri non selezionabili per la Nazionale anche per colpa di un Decreto Crescita che Gravina ha chiesto che venga abolito. Ma su questo la Lega fa una resistenza passiva. Capello CT? Ha detto che non è sul mercato. Io ritengo che Mancini abbia tutte le qualità per ricostruire la Nazionale, ma è una scelta che deve fare lui, da solo, con pieno senso di responsabilità”.
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