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Il ‘Mago’ o il ‘Sergente’? Il mercato della Lazio passa dalle uscite: la situazione

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LAZIO CESSIONE MILINKOVIC LUIS ALBERTO – C’è chi da bambino ha giocato con le biglie nella sabbia e chi mente. Immaginatevi una limpida sabbia rovente, cauterizzata dall’ombra. I castelli, i fossati, gli ostacoli e i rettilinei, le curve e gli imprevisti, la paura di finire fuori dal tracciato soprattutto. Un tracciato diverso, più tortuoso del solito e pieno di insidie. Un tracciato che altro non è se non la perfetta traslazione astratta del calciomercato. Quello della Lazio in special modo, alle prese con la necessità di rivoluzionare e la valutazione delle offerte per i propri gioielli a servitù dell’esigenza di fare cassa. Milinkovic-Savic e Luis Alberto su tutti.

Lazio, quale cessione: Milinkovic o Luis Alberto?

Ma chi tra le due mezzali della Lazio sarà il sacrificato? Chi porterà nelle casse del club i soldi necessari a finanziare un mercato che, quantomeno in prospettiva, sarà rivoluzionario? Qui torniamo alle biglie. E’ difficile al mondo indicare il dito di quale società imprimerà all’uno o all’altro nome la forza necessaria a tagliare il traguardo. Finora è stata lotta serrata. Da principio a essere in netto vantaggio sembrava Milinkovic-Savic. Poi qualche ostacolo, le offerte che non arrivano ed ecco la spinta decisa del Siviglia su Luis Alberto. Il primo lancio da 16 milioni di euro non è bastato a tagliare il traguardo, ma ha messo lo spagnolo sullo stesso piano del serbo, se non addirittura davanti. Nell’attesa di nuovo tiri, la società capitolina riflette. Con la cessione del ‘Mago’ si potrebbero finanziare gli arrivi di Casale e Ilic dall’Hellas Verona, due pallini di Sarri. Lotito chiedeva 30 milioni di euro, ma l’impressione è che a 25 si possa chiudere. Poi, nel caso, si valuterà la situazione legata al ‘Sergente’. La Lazio avrebbe già comunicato di aspettare offerte sino all’ultimo giorno utile. E questo, pare, a prescindere dalla partenza del compagno. Su questo ragionamento, infatti, pesa, e non poco, la scadenza del contratto del serbo, datata 2024. Qualora la società capitolina non dovesse venderlo ora, o a gennaio prossimo, il rischio di un’enorme svalutazione (se non addirittura un parametro zero) è dietro l’angolo. A riportarlo è Il Messaggero.

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