INTERVISTE
Ledesma: “Sapevo che avremmo vinto il 26 maggio. Marchetti straordinario…”
LAZIO LEDESMA INTERVISTA – Oltre a Marchetti, anche Ledesma è intervenuto a ‘Lazalità in TV’ per parlare della Lazio del passato e di quella attuale di Maurizio Sarri.
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Lazio, le parole di Ledesma nell’intervista
“La stampa del laziale è che non facciamo in tempo a goderci la vittoria che già siamo preoccupati. Vedendo la partita penso di vedere e sentire che non viene risaltato il gioco della Lazio e anche che non subisce tanti i gol. Credo che i giocatori si divertano dentro al campo. Se fatichino? Anche, mi dà rabbia che non venga risaltato questo. Cataldi sta crescendo molto, sta facendo benissimo anche questo non viene evidenziato. Con Marchetti non ci vedevamo da una vita, lui ha dato il via a mio figlio, Daniel ha iniziato a fare il portiere a 6 anni ispirandosi a lui”.
Su Marchetti
“Cosa provavo con Marchetti? Ha fatto cose straordinarie in quegli anni, per noi era una sicurezza non solo la domenica. C’erano dei momenti in cui in allenamento non si riusciva a far gol, era una bestia”.
Un aneddoto
“Perché a fine primo tempo si tolgono gli scarpini? Per rilassarci e non stancare i piedi. C’è chi si abbassa i calzini, chi si leva la maglia, anche io lo facevo”
Sul 26 maggio
“Io guardavo i miei compagni e guardandogli negli occhi sapevo che l’avremmo vinta. Vedendo la squadra sapevo che era nostra, abbiamo vissuto momenti davvero intensi. C’erano le nostre famiglie, insomma, prima di uscire dal raduno e vedere i volti delle nostre famiglie ci ha fatto emozionare”.
Su Provedel
“Provedel è arrivato alla fine del mercato, ma penso che se Sarri lo avesse avuto da più tempo, un po’ prima, avrebbe scelto comunque Provedel. Finché sta così, io non lo cambierei”.
Riguardo i rigori
“Io cercavo sempre di tirare e di incrociare alto, ma dopo un po’ ti vedono e devi cambiare per non dare punti di riferimento”:
Su un possibile futuro da allenatore
“E’ importane capire il materiale che hai, se sai che si è forti nel palleggio, l’allenatore punta ad allenare lì. Va allenato e provato. Biava e Dias un altro calcio. Fede mi piace, deve giocare un altro anno per me. Se tornassi in Argentina da allenatore? Non credo, a 14 anni sono andato via da casa, 17 dall’Argentina, ho più anni qui che lì. Sono andato via da piccolissimo, sono cresciuto qui. Lì sono tornato solo in vacanza. Non è semplice allenare lì, non ti fanno crescere questa fantasia sentendo molte cose.”
Su Peruzzi
“L’ho vissuto pochissimo ma la sua importanza era ed è stata immensa. Mi è dispiaciuto giocare poco con lui, avrei voluto passare più tempo con Angelo”.
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