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Sarri: “Abbiamo sofferto, ora dobbiamo dare continuità. Aspetto i tifosi giovedì”

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FIORENTINA LAZIO SARRI INTERVISTA – Al termine del match tra Fiorentina e Lazio, il tecnico Maurizio Sarri ha parlato ai microfoni ufficiali biancocelesti e a SkySport.

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Fiorentina – Lazio, le parole di Sarri nell’intervista

“Siamo preoccupati perché fra 70 ore siamo di nuovo in campo. Mi piacerebbe mettere a letto i ragazzi abbastanza presto. Si gode finché non si arriva a Roma”

Sulla partita

“Ci sono stati momenti di sofferenza e le casualità ci hanno portato questo risultato. Le partite post Europa le squadre nel finale calano, loro sono calati più di noi. Sembra una partita semplice. Loro hanno avuto occasioni per pareggiarla e la partita poteva cambiare. Quando c’era da soffrire lo abbiamo fatto con umiltà. Era una partita post Europa per entrambe, loro sono calati più di noi. Difesa? Segnale buono. Dobbiamo dare continuità. Prima o poi i gol si prendono ma la solidità ti risolve i problemi. Abbiamo difeso troppo bassi a un certo punto causando occasioni caotiche in area. Cosa dico alla squadra dopo questa vittoria? Che ci è andata anche bene perché abbiamo concesso tre o quattro volte la palla del 2-1. Abbiamo sofferto quando c’era da soffrire e poi siamo ripartiti con continuità quando la Fiorentina ha cominciato a calare. Venivamo entrambe dall’impegno di coppa, per loro una volta in svantaggio è stata più dura”.

Sui tifosi

“Noi giovedì giochiamo una partita importante contro una squadra forte. Sarà una partita dura, vogliamo andare avanti anche in Europa. Sono sicuro che i tifosi ci daranno una mano”.

Sulla classifica

“Pensa che siamo dei maratoneti, abbiamo fatto 3 km e ne dobbiamo fare ancora 39”.

Sul ruolo di Vecino

“Oggi era una necessità. Cataldi non ce l’ha fatta per un disturbo di questa notte. Marcos Antonio non fa 90 minuti da gennaio. Era impensabile andare oltre i 60/65. Avevo già parlato con Vecino e Luis e gli avevo detto che uno dei due avrebbe fatto il play. Essendo in vantaggio ho preferito quello fisico”.

Sull’uscita palla

“Abbiamo fatto un po’ di confusione. Doveva stare più basso Sergej nella costruzione perché loro lo marcavano con un difensore centrale. Dovevamo alzare più Vecino che era seguito da Bonaventura. La Fiorentina ti viene a prendere uomo contro uomo e non è facile uscire in modo pulito”.

Su Higuain e su Immobile

“Ho visto il Pipita ha fatto altri due gol in MLS, ci sta che non si ritiri più neanche (ride, ndr). Ciro è speciale nell’atteggiamento. Ha un’umiltà e una disponibilità nonostante i suoi numeri. Capisco perché il popolo laziale è innamorato di lui. Al di là dei numeri ha qualcosa di speciale. È talmente disponibile che è un piacere averlo nello spogliatoio. Questo è un gruppo che ti fa innamorare. Ci lavori bene e hanno predisposizione a venirti incontro. Al livello di mentalità ha ancora qualcosa da mettere a posto”.

Sull’Europa

“Pensavano di essere un girone normale, in realtà è molto forte. Lo Sturm è in piena lotta con Salisburgo che è una squadra da Champions. I danesi sono una sorpresa in positivo. Sembrava scritto e invece sarà d’inferno. Dovremo lottare fino alla fine”.

Sugli obiettivi

“Noi dobbiamo fare una maratona. Abbiamo fatto 7 o 8 chilometri, c’è soddisfazione, ma ora dobbiamo guardare avanti. La Fiorentina è una squadra difficile da affrontare, è prima in tutte le classifche offensive, per supremazia, possesso palla, attacca con tantisismi giocatori e quindi finisce per concedere. Una volta in vantaggio era normale abbassarci un po’ e sfruttare le ripartenze. Il traguardo della “maratona”? Bisogna vedere quante doti di fondo abbiamo. E’ un campionato strano questo, spezzato in due tronconi, ci sono poi squadre più forti di noi. Essere sopra a Milan e Inter? Fa effetto se è merito nostro, se ci sono altre combinazioni è diverso. Le coppe quest’anno tolgono molto. L’Europa degli anni passati era dura, l’Europa di quest’anno è infattibile”.

Sull’ambiente della Lazio

“Dove mi sono divertito di più? Non ho mai nascosto di star bene qui. Mi piace il nostro pubblico. Il popolo laziale è particolare, ti entra nella pelle quando ci sei dentro, mentre all’esterno è descritto come qualcosa di diverso. Ho ritrovato la voglia di allenare in questo ambiente, per cui sono io che devo ringraziare i tifosi e non il contrario”.

Su Maestrelli

“Ho parlato diverse volte con il figlio Massimo, lui era convinto che Maestrelli fosse un idolo solo a Roma. Ma io che sono cresciuto a Firenze ho sempre avuto una considerazione enorme di lui. Il mio obiettivo finale, prima di smettere di allenare, è fare una partita della Lazio al Flamnio e che il Flaminio si chiami “Maestrelli”.

Su un Sarri sottovalutato

“Non lo so, starò un po’ sui cog***ni a qualcuno, ma se sono critiche preventive neanche le prendo in considerazione. Non sono uno che guarda molto all’ambiente esterno, quindi non mi interessa”.

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