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I motivi del disastro in Turchia e in Siria: la tettonica a placche

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TERREMOTO TURCHIA SIRIA- Devastante. Non c’è altra parola per descrivere il sisma che ha stravolto la Turchia e la Siria e che, secondo le stime dell’OMS, potrebbe causare 20.000 vittime. Di magnitudo 7,8, il terremoto è stato 1000 volte più forte di quello di Amatrice, ed è stato avvertito dai sismografi di tutto il mondo. Purtroppo, tuttavia, è una conseguenza inevitabile della condizione della Terra, un pianeta ancora decisamente vivo. Andiamo a cercare di capire i motivi di un terremoto così potente.

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La Terra, un pianeta vivo: la tettonica a placche

La crosta terrestre, lo strato più superficiale di quelli che compongono il nostro pianeta, non è uno strato uniforme. Soggetta ai moti convettivi presenti nel mantello, che la separa dal nucleo (parte più interna e calda) della Terra, la crosta terrestre è divisa in grandi placche (o zolle), enormi porzioni di terra, roccia e acqua. Tali zolle “galleggiano” sul magma del mantello e si spostano (di qualche centimetro all’anno) seguendo la teoria della deriva dei continenti di Alfred Wegener.

In sintesi, dove le placche tettoniche entrano in contatto l’una con l’altra, lì è una zona sismica: l’energia che si accumula per il movimento delle stesse (divergente, convergente o trascorrente) viene necessariamente liberata, nel corso del tempo (talvolta anche migliaia di anni), tramite eventi sismici e vulcanici, spesso di portata catastrofica.

Zolle e aree sismiche e vulcaniche, tratta da: “Geoblog, il mondo in classe”, Bianchi-Vastarella, Giunti T.V.P. Editori.

Il caso di Turchia e Siria: Paesi tra tre placche tettoniche

Non due, ma tre placche si incontrano nella zona tra Turchia e Medio Oriente, una delle aree a più alto rischio sismico del mondo. Il disastro è avvenuto tra la placche Est anatolica (parte di quella Euroasiatica), Arabica eAfricana.

Proprio nelle zone colpite dal sisma la placca Est Anatolica viene spinta a Ovest da quella Arabica, attivando una delle due grandi faglie che attraversano la Turchia, quella Sud-Est Anatolica.

La placca Sud-Est Anatolica è una delle più attive nel Medio Oriente, insieme a quella del Mar Morto che attraversa Siria, Libano Israele e Giordania e che separa la placca Araba da quella Africana. 

Carlo Doglioni, Presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv)

Terremoto in Turchia e Siria: un’enorme quantità di energia

Il già citato dottor Doglioni ha riportato un dato inquietante: in seguito al terremoto, infatti, il suolo dell’Anatolia si sarebbe spostato di circa 3 metri. Un dato veramente incredibile, se considerato lo spostamento medio di una di queste placche nel corso di un anno.

Una faglia è la conseguenza della presenza di due placche divergenti (che si allontanano) che, spostandosi, provocano profonde spaccature, dette proprio faglie o rift. Un esempio della capacità distruttiva (e costruttiva contemporaneamente, se vista dal punto di vista geologico) è la Great Rift Valley in Africa.

I terremoti causati dal movimento delle placche sono i più devastanti e sono quelli che concorrono a designare la forma geologica del nostro pianeta. La redazione di lazionews.eu si unisce al cordoglio per l’immane tragedia, restando stupita e attonita dalla forza che il nostro pianeta sa dimostrare.

Martino Cardani

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