INTERVISTE
Matteo Sereni: “Fossi nella Lazio crederei fino all’ultimo allo Scudetto…”
LAZIO MATTEO SERENI MATCH PROGRAM – Nel match program di Lazio – Torino è intervenuto in un’intervista l’ex della partita Matteo Sereni.
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Lazio, le parole di Matteo Sereni nel match program
“Oggi seguo il calcio con molta tranquillità, ma non mi perdo una gara di Champions League. Mi aspetto comunque una bella partita tra due squadre in salute. La Lazio deve continuare a fare bene per prendersi un posto in Champions League. Ti dirò di più: se fossi nella squadra di Sarri, crederei fino all’ultimo allo Scudetto. Sia chiaro, il Napoli ha chiuso da tempo il campionato. Però sai, finché non c’è la matematica…”.
Su Provedel
“Sarò sincero, non lo conoscevo bene. Ho iniziato a seguirlo solo da quando giocava nello Spezia, è cresciuto molto. Ha saputo sfruttare l’occasione, non era facile, soprattutto in una piazza particolare come Roma. Si è subito integrato, dimostrando di essere un ragazzo serio, con la testa sulle spalle”.
Sulla Coppa Italia del 2004
“La Coppa Italia mi aiutò a sfruttare al meglio le occasioni, dopo le difficoltà e pressioni iniziali. Trovai infatti un ambiente ostile, con aria di cambiamento. L’anno dopo conquistai invece titolarità e fiducia, iniziando a sentirmi un calciatore a 360°. Ho guadagnato tutto con il lavoro, nessuno mi ha mai regalato nulla. Non le mandavo a dire, forse questo è stato il mio limite. Allenandomi con Peruzzi imparai però a diventare meno esuberante. Per me andare in campo era un divertimento”.
Sulle sue stagioni alla Lazio
“Molto, anche perché, come detto, nessuno mi ha mai regalato nulla. Sicuramente era un calcio diverso da quello di oggi, che è molto più fisico. Avevamo campioni in ogni reparto, tanta qualità dalla difesa all’attacco, senza dimenticare il centrocampo. Non posso non citare gente come Favalli, Negro, Stam, Miahjlovic, Couto e Cesaretto (Cesar, ndr). Feci bene, non a caso mi avrebbe voluto anche il Milan per sostituire l’infortunato Dida”.
Sull’esperienza al Torino
“Il Toro è stato il continuo di quello che mi ha dato la Lazio. Il calore dei tifosi mi ha esaltato, grazie a loro feci delle stagioni incredibili. Ancora oggi sento l’affetto. Arrivai dopo un periodo di inattività lungo un anno, ero molto carico e voglioso di fare bene”.
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